05 marzo 2019 – Corriere del Trentino
Reddito di cittadinanza in alto mare.
I Caf: «Impossibile partire domani». Cgil e Uil: «Non c’è un testo, rinvieremo gli appuntamenti». Poste, ecco la task force
Da domani Caf e uffici postali apriranno le porte a coloro che vorranno fare domanda per il reddito di cittadinanza. Alla vigilia dell’avvio della misura le incognite sono ancora tante. A partire dal confronto alla Camera, dove sarà esaminato l’emendamento trentino. «Non sappiamo ancora se sarà accolto o meno. In assenza di un testo definitivo non siamo in grado di definire una procedura adeguata», spiega Barbara Deimichei, responsabile del caf Cgil. Gli stessi moduli che si possono già scaricare dal sito dell’Inps, qualora subentrassero nuove modifiche in sede di conversione del decreto, potrebbero subire alcune correzioni.
Caf in attesa
Chi si presenterà agli sportelli dei sindacati domani mattina potrà solo prendere un appuntamento per le prossime settimane. «La situazione è ancora molto confusa — ammette Anna Ropele della Uil — Per questo inviteremo tutti coloro che si presenteranno o telefoneranno al nostro caf a richiamare da lunedì prossimo. Nel frattempo attendiamo l’esito della discussione alla Camera e in base a quello ci confronteremo con il personale per capire come muoverci. Se riuscissimo a partire la prossima settimana, sarebbe già un grande risultato».
Intanto ieri l’assemblea della consulta dei Caf ha approvato l’accordo con l’Inps in base al quale i centri di assistenza fiscale raccoglieranno gratuitamente le domande. Per ogni pratica che si apre avranno dall’istituto di previdenza 10 euro più Iva, mentre avranno cinque euro Iva compresa per ogni successiva integrazione. «Anche su questo punto però — dice Ropele — rimangono da definire alcuni aspetti. Attendiamo indicazioni dai nostri referenti nazionali».
Il lavoro da fare è ancora tanto, senza considerare il fatto che a fine mese i Caf saranno impegnati anche nella campagna per il 730. Gestire entrambe le pratiche non sarà facile. Il surplus di lavoro potrebbe rallentare la normale attività degli sportelli. Per questo i sindacati stanno organizzando confronti con il personale per capire come far fronte al meglio a tutte le richieste.
La task force
Per gestire la nuova procedura gli uffici postali hanno deciso di avviare una task force. Gli sportelli sono tutti abilitati ad accogliere le domande e, qualora dovesse esserci un grande afflusso, potrebbero essere attivate delle corsie preferenziali. In tutti gli uffici della Provincia, inoltre, sono state esposte delle locandine che illustrano l’iter da seguire. Per evitare sovraffollamenti Poste italiane invita a presentare la domanda in funzione del cognome del richiedente. Domani si comincia con le lettere a e b, giovedì tocca alla c, venerdì si va dalla d alla f e si continua così fino a mercoledì 13 marzo. I moduli presentati in un giorno diverso da quello stabilito saranno accettati comunque. L’unica richiesta è di non presentarsi tutti il primo giorno. Per non fare la coda, il ticket può essere richiesto via web o attraverso l’app «Ufficio postale». Oltre al modulo, debitamente compilato, allo sportello bisogna presentare il codice fiscale o la tessera sanitaria (con relativa fotocopia) e il documento di identità, anche in questo caso sia l’originale che la copia. Per maturare il contributo già dal mese prossimo le domande devono essere presentate entro il 31 marzo. Gli uffici sono pronti ad accoglierle da domani, sempre che i richiedenti siano in grado di compilare il modulo da soli. Le poste infatti, a differenza dei caf, non offrono assistenza su questo fronte. Una volta presentata la documentazione — direttamente sul sito del reddito di cittadinanza, ai Caf o in posta — sarà l’Inps a verificare se la domanda può essere accolta o meno.
Previsioni e ritardi
Secondo una prima stima della Provincia in Trentino sono circa 4.000 i nuclei familiari che avrebbero i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza. Di questi 1.200 avrebbero diritto anche alle integrazioni previste dall’assegno unico, mentre le restanti 2.800 famiglie rientrerebbero solo nella misura nazionale. Il calcolo, se venisse rispettato, sarebbe in linea con le previsioni fatte nei mesi scorsi.
Questo significa che non tutti coloro che al momento godono dell’assegno unico passeranno al reddito di cittadinanza. Toccherà agli uffici della Provincia verificare quali bonus potranno chiedere e come integrare le due misure. Probabilmente si cercheranno delle modalità analoghe a quelle già adottate per il reddito di inclusione, facendo un confronto tra le dichiarazioni Isee e Icef. Vista la somiglianza tra la nuova documentazione e quella del Rei per quel che riguarda l’attività di verifica dell’Inps si potrà contare sull’esperienza già acquisita dai dipendenti. La questione invece si complica sul fronte dei centri per l’impiego. Quelli trentini fortunatamente funzionano bene, ma il nodo dei navigator (le nuove figure che dovrebbero orientare i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca di un’occupazione) non è ancora stato sciolto. Resta poi da capire con quale software lavoreranno. Quello di domani sarà quindi un avvio zoppicante. Ci saranno forse le prime domande, ma non c’è ancora un testo definitivo su cui ragionare. E probabilmente prima che ci sia passerà almeno un’altra settimana.
Scarica il pdf: Reddito di cittadinanza ART 050319
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