La Legge sull’autonomia differenziata va abrogata perché spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne.

  • DIVIDE IL PAESE E DANNEGGIA SIA IL SUD CHE IL NORD

  • IMPOVERISCE IL LAVORO

  • COMPROMETTE LE POLITICHE AMBIENTALI

  • COLPISCE L’ISTRUZIONE E LA SANITÀ PUBBLICA

  • SMANTELLA IL WELFARE UNIVERSALISTICO

  • PENALIZZA I COMUNI E LE AREE INTERNE

  • COMPLICA LA VITA ALLE IMPRESE

  • FRENA LO SVILUPPO

Contro la legge Calderoli per l’autonomia differenziata.
Autonomia è solidarietà

Anche in Trentino stiamo raccogliendo le firme per l’abrogazione della legge 86 del 2024 per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario.

Noi che l’autonomia la conosciamo bene per averla conquistata, rafforzata, gestita e difesa attraverso quattro generazioni, sappiamo che deve poggiare su fondamenta solide: deve essere strutturale e non transitoria, deve definire strumenti di solidarietà interna ed esterna, deve prevedere meccanismi di bilanciamento e confronto paritario tra Stato e Regione nella gestione delle competenze, deve essere garantita da finanziamenti stabili e certi. Tutto ciò che manca davvero alla legge Calderoli.

L’Autonomia ha il merito di coinvolgere i cittadini nel governo del territorio e di responsabilizzare la comunità, ma in assenza di un quadro giuridico e finanziario serio l’ambizione all’autogoverno può essere facilmente messa in crisi alimentando frustrazione e inefficienze il cui conto sarà fatto pagare ai cittadini sotto forma di uno scadimento generale dei servizi.

L’esperienza trentina e sudtirolese ci dice che l’Autonomia significa sperimentazione, creazione originale di idee e di proposte di un territorio, capace di essere punto di crocevia e di rielaborazione e protagonista di una costante relazione anche con altri territori e con una grande attenzione alla solidarietà, nazionale ed internazionale.

La legge Calderoli per l’autonomia differenziata porta invece con sé l’idea di autonomia leghista, nata come ripiego del concetto di secessione dal Paese. I tre partiti della maggioranza hanno scelto ciascuno la propria bandierina: l’autonomia differenziata per la Lega, la giustizia per Forza Italia, il premierato per Fratelli d’Italia. Ad ognuno un pezzetto che disegna complessivamente un Paese più ingiusto, più diseguale, con il potere sempre più nelle mani di pochi (che sia un premier o un governatore).

La legge Calderoli non si pone concretamente l’obiettivo di garantire ai cittadini italiani gli stessi diritti e servizi indipendentemente dalla Regione di nascita e di ridurre dunque le disuguaglianze territoriali di cui l’Italia soffre. Non c’è un disegno complessivo di crescita del Paese e ciò è dimostrato anche dal fatto che si sta provando ad avviare un nuovo processo di decentramento delle funzioni statali senza aver stabilito i Lep (i livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere garantiti in ogni territorio). Ma anche una volta definiti i Lep si aprirebbe una discussione sul loro finanziamento che dovrebbe poggiarsi sul meccanismo dei costi standard. Il pericolo allora sarà quello di assegnare competenze al territorio senza la garanzia di trasferire le risorse necessarie a gestirle.

In assenza della clausola dell’intesa come vincolo per la modifica dello Statuto di Autonomia, il processo di attuazione dell’autonomia differenziata nasconde delle insidie anche per le autonomie speciali. Il rischio è che il nostro autogoverno sia sottoposto a meccanismi di finanziamento di tipo ordinario, anche sotto la spinta delle necessità di bilancio dello Stato rispetto agli impegni necessari all’attuazione del nuovo fiscal compact.

Per questo, pur essendo convinti dell’importanza dello sviluppo delle Autonomie e del regionalismo, riteniamo importante promuovere un referendum per fermare la legge Calderoli per l’autonomia differenziata, così come vogliamo difendere la Costituzione da ogni deriva autoritaria.

Firmatari:

  • Andrea La Malfa, Arci del Trentino e portavoce del coordinamento provinciale per il referendum contro la legge Calderoli
  • Walter Alotti, Uil del Trentino
  • Renata Attolini, Alleanza Verdi Sinistra
  • Donatella Conzatti, Italia Viva Trentino Alto Adige
  • Mario Cossali, Anpi del Trentino
  • Alessandro Dal Rì, Partito democratico del Trentino
  • Andrea Grosselli, Cgil del Trentino
  • Alex Marini, Movimento 5 Stelle
  • Luca Oliver, Acli Trentine

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