07 gennaio 2021 – Trentino

Rientro a scuola per 25mila. I sindacati: prof, vaccino subito

Il ritorno. Oggi dopo 2 mesi, insieme ad elementari e medie, lezioni in presenza per le superiori I docenti chiedono l’immunizzazione. Di Fiore: «Se non si vuole chiudere subito si anticipi»

TRENTO. Due mesi. Per otto settimane i 25 mila studenti delle scuole superiori trentine se ne sono restati a casa. Attaccati al video del computer a cercare di seguire le lezioni online. Chi nella propria cameretta, chi nello studio dei genitori e chi sul tavolo della cucina. Magari a combattere con connessioni saltellanti. Oggi tornano sui banchi. Non tutti insieme, perché la ripresa della scuola in presenza è al 50%, nel senso che ogni giorno negli istituti ci deve essere la metà degli alunni, ma tutti entro pochi giorni, in base all’organizzazione delle singole scuole. Il tetto del 50% è stato previsto soprattutto per non gravare il sistema dei trasporti di un peso eccessivo.
175 corse in più
Il mobility manager della Provincia Roberto Andreatta ha concordato con il commissario del Governo Sandro Lombardi il piano di potenziamento del trasporto che prevede 175 corse in più. Il costo a carico della Provincia sarà di 1,2 milioni di euro, da qui a giugno. Il potenziamento, infatti, sarà possibile soprattutto grazie all’intervento delle imprese di trasporto private. Dei 25 mila studenti delle superiori quasi tutti hanno un abbonamento al trasporto pubblico, ma a preoccupare è soprattutto il trasporto extraurbano. Sono circa 11 mila gli studenti che usano questi mezzi per andare a scuola, a fronte di 5 mila posti disponibili, tenendo conto del taglio del 50% dei posti per assicurare le distanze. Il potenziamento riguarda soprattutto il trasporto extraurbano, con 148 corse in più, mentre per il trasporto urbano le corse in più sono 27.
I prof chiedono il vaccino
Un altro tema caldo è quello dei vaccini per gli insegnanti e per il resto del personale della scuola. In tutto si tratta di circa 13 mila persone. Pietro Di Fiore della Uil spiega che la vaccinazione del personale scolastico è prevista troppo tardi e che è il caso di anticiparla di molto se si vuole mantenere le scuole aperte: «Le tabelle ministeriali prevedono il vaccino per gli insegnanti per giugno e luglio. È una presa in giro perché le scuole sono chiuse a giugno e luglio e, visto che la copertura del vaccino è limitata nel tempo, è anche in parte inutile. Tanto meglio sarebbe rinviarlo a settembre, alla ripresa. Ma se si punta sulla scuola, se si riconosce che è un motore sociale, il vaccino agli insegnanti e al personale va fatto al più presto, appena finiti quelli per i medici, infermieri e anziani. Gli insegnanti sono esposti al contatto con i ragazzi e possono essere contagiati facilmente. Sono in prima linea. Se si ritiene che la scuola sia importante, si deve fare presto per non tornare a chiuderla, anche per le famiglie e non solo per i ragazzi».
Verifica tra 15 giorni
L’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti spiega che la Provincia verificherà i dati sul contagio tra 15 giorni e che, dopo questa data, si deciderà se incrementare la percentuale della scuola in presenza: «Noi abbiamo fatto un grande investimento in estate per creare spazi per più classi. poi abbiamo assunto 800 persone in più tra insegnanti e personale non docente, per poter rispettare le norme sul distanziamento. Tra l’estate e l’autunno abbiamo trovato circa 150 mezzi di trasporto in più. Ora abbiamo anche confezionato un piano di potenziamento con 175 corse aggiuntive. Abbiamo fatto tutto il possibile e la nostra struttura scientifica ci assicura che la riapertura della scuola al 50% si può fare. Anzi, è una soluzione prudenziale. Avremmo potuto andare direttamente al 75%, ma abbiamo preferito vedere come vanno i contagi. Per questo motivo abbiamo deciso di partire al 50% e di verificare l’andamento dell’epidemia tra circa 15 giorni. Vedremo l’impatto della riapertura della scuola in presenza e dell’incremento delle presenze sui mezzi pubblici. Poi decideremo se aumentare la percentuale di lezioni in presenza. Già adesso molte scuole avevano preparato un piano per fare quattro giorni di lezione invece di 3, soprattutto per le prime e le quinte classi. Vedremo in futuro se sarà possibile, ma per il momento è bene essere prudenti».

 

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