6 novembre 2016 – Corriere del Trentino
Riorganizzazione degli addetti Sait
Preoccupati i sindacati del settore commercio per le sorti dei dipendenti del Sait.
Confermato per mercoledì l’incontro con i vertici aziendali, in cui si dovrebbe iniziare a parlare del piano di riorganizzazione.
Come riportato sul Corriere del Trentino di ieri, il nuovo direttore Luca Picciarelli non indica cifre, ma non nasconde che sono in arrivo «scelte spiacevoli», legate alla necessità di rendere più performante il consorzio di secondo livello della coop di consumo.
Rumors sempre più pressanti però parlano di una sessantina di dipendenti coinvolti, su circa 650, provenienti dal magazzino e dagli uffici.
«Come sindacati siamo preoccupati da mesi — osserva Lamberto Avanzo, segretario della Fisascat Cisl —. Con la nuova direzione speravamo in un dialogo proficuo e invece in sette mesi quello di mercoledì sarà solo il secondo incontro».
«Ci aspettavamo uno scambio di opinioni — prosegue —. Invece così arriviamo al tavolo molto preoccupati. Se ci saranno tagli sarà molto difficile ricollocare le maestranze. Speriamo di non dover affrontare licenziamenti di massa e di poter trovare soluzioni adeguate a limitare il disagio. Noi non ci siamo mai tirati indietro».
Avanzo si chiede però quali siano le effettive spinte in campo, visto che «ci risulta che il fatturato del Sait sia in leggero aumento. Inoltre, sul fronte commerciale, il personale è già tiratissimo, tanto che solo poche Famiglie cooperative hanno potuto usufruire di cassa integrazione, in quanto lasciare a casa un dipendente per un periodo significa non riuscire a tenere aperti i numerosi esercizi».
Cauto Walter Largher, segretario regionale della Uiltucs: «Già dall’estate abbiamo focalizzato l’attenzione sul fatto che si possono prendere decisioni insieme , oppure l’azienda può decidere da sola.
Noi auspichiamo di lavorare insieme». Gli stili, «trentino» da una parte e più «manageriale» dall’altra potrebbero portare a crescenti tensioni.
Il sindacalista comunque non vuole scendere a conclusioni prima del tempo, però fa un quadro generale di un settore sempre più problematico.
«Il Sait deve fare i conti con le recenti uscite di alcune Famiglie cooperative; il Poli fatica a rinnovare l’integrativo da tempo scaduto; Coop Alto Garda ha disdetto il contratto; Orvea non ci dà dati».
Ed essere chiamati solo quando le criticità sono ormai palesi non fa piacere a nessuno.
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