Il rischio povertà si contrasta investendo in welfare e politiche attive del lavoro
Cgil Cisl Uil del Trentino: dalle condizioni di emarginazione si esce creando occasioni di occupazione

“La crisi economica ha inciso sui livelli di benessere della nostra comunità, determinando un peggioramento delle condizioni di molte famiglie. Quanto emerge dai dati Eurostat conferma quanto già si pensava. Non è un caso se in questi anni abbiamo cercato di migliorare il sistema di welfare trentino, proprio per proteggere le persone dal rischio povertà ed esclusione sociale. Per renderlo maggiormente inclusivo”. Lo dicono i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti. E aggiungono: “il sindacato ha insistito e ottenuto che la revisione delle misure di sostegno al reddito, con il nuovo assegno unico, andasse nella direzione di una maggiore inclusività, alzando la soglia Icef, proprio allo scopo non solo di sostenere le persone e i nuclei famigliari che già si trovano in una condizione di povertà, ma anche quanti rischiano di scivolare in condizioni di marginalità”. Un terreno su cui fare di più è quello legate alle politiche sull’edilizia sociale, che producono un effetto calmiere sul mercato. “E’ noto quanto pesantemente il costo dell’abitazione incida sulle condizioni economiche delle persone – proseguono Ianeselli, Pomini e Alotti -. E su questo fronte serve sicuramente uno sforzo maggiore”.

E’ chiaro, comunque, che il rischio povertà non si contrasta solo con misure di sostegno al reddito. Per essere realmente efficaci, spingendo i soggetti fuori dalla condizione di esclusione sociale, queste misure devono essere associate anche a politiche che favoriscano l’occupazione. “La nostra economia è in ripresa, ma è una risalita fragile che va consolidata investendo sulla creazione di nuova occupazione. Quindi continuando ad investire sulle politiche attive del lavoro, sulla conoscenza a tutti i livelli, sulla formazione continua per sostenere la riqualificazione dei disoccupati, rafforzando l’orientamento per avvicinare domanda e offerta”, insistono i sindacati. Ma anche “investendo su politiche industriali e sulla rigenerazione del nostro tessuto produttivo perché si crei occupazione”. Cgil Cisl Uil del Trentino si rivolgono anche agli imprenditori locali. “Le politiche attive non potranno mai essere sufficientemente efficaci se anche le imprese non fanno la loro parte nella creazione di occupazione di qualità ”.

In conclusione Ianeselli, Pomini e Alotti sottolineano, comunque, che tutte le analisi vanno approfondite per una lettura più precisa del fenomeno. “Eurostat è sicuramente una fonte attendibile. Quanto emerge dall’indagine va letto con attenzione, ma anche messo in relazione con altre autorevoli indagini che danno un quadro meno allarmante delle condizioni del nostro territorio”.

 

Trento, 9 febbraio 2018

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