21 dicembre 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

Risto3, nuovo integrativo. Ma Cgil e Uil non firmano

La trattativa. Dopo la disdetta unilaterale che aveva suscitato polemiche, ier la firma sul nuovo accordo. Ok dalla Cisl (sindacato maggioritario). Le altre due sigle: «Intesa peggiorativa»

TRENTO. Sarà operativo dal primo gennaio 2020 l’accordo integrativo aziendale di Risto 3. Ieri in Federazione la firma del verbale da parte della presidente della cooperativa Camilla Santagiuliana e di Lamberto Avanzo, segretario della Fiscast Cisl, che rappresenta l’80% degli iscritti sindacali di Risto3. Cgil e Uil hanno invece preferito non procedere alla firma.
L’accordo interessa gli oltre 1300 lavoratori della più grande cooperativa di produzione lavoro a livello regionale, operanti quasi tutti sul territorio trentino in una decina di ristoranti aperti al pubblico e in servizi di ristorazione aziendale, scolastica, sanitaria e terza età.
L’integrativo spiegano da Risto3 è frutto della comune volontà delle parti di non applicare in toto le modifiche apportate al contratto nazionale del lavoro in vigore dal 2018, che da una parte garantiscono benefici economici ai dipendenti (circa 250 euro in media annuali), dall’altra introducono alcuni elementi a sfavore dei dipendenti (l’aumento della trattenuta pasto da 0,86 euro nel 2017 a 1,66 euro nel 2021 e penalizzazioni per i nuovi assunti).
«Siamo una cooperativa di lavoro – ha detto oggi in una conferenza stampa la presidente Camilla Santagiuliana – i proprietari sono i nostri cinquecento soci lavoratori. Per questa ragione non c’è una contrapposizione netta tra azienda e lavoratori, anzi, ricerchiamo il migliore equilibrio».
L’accordo riconferma le 72 ore di permesso retribuito ai contratti determinati per il personale già in forza alla data del 1 gennaio 2018 e la riduzione della trattenuta pasto a carico dei lavoratori da 1,46 a 0,50 euro. L’impatto complessivo per Risto3 di queste operazioni è pari a 400 mila euro circa.
Tra gli interventi offerti a soci lavoratori e dipendenti è prevista l’integrazione del 3% della retribuzione in corso di malattia che diventa così valida a fini pensionistici a tutti gli effetti, misure rivolte ad agevolare gli anticipi o l’avvicinamento alla pensione, misure di aiuto in caso di malattie gravi (integrazioni al reddito 70% dopo i primi sei mesi, 40 ore di permesso aggiuntivo per l’assistenza famigliari)”.
Critiche sull’accordo le altre due sigle sindacali, Cgil e Uil:
«La cooperativa si è rifiutata di aprire un confronto sulla nostra piattaforma di rinnovo pretendendo che ci limitassimo a ratificare nient’altro che una delibera del consiglio di amministrazione. E’ inaccettabile e irrispettoso delle lavoratrici e lavoratori che hanno votato la nostra piattaforma – attaccano Francesca Delai della Filcams e Dino D’Onofrio della Uiltucs -. Non possiamo firmare un accordo che per noi è peggiorativo. In particolare il nuovo accordo segna un passo indietro rispetto al precedente contratto aziendale introducendo, rispetto al precedente, la trattenuta per il pasto. Ad ogni lavoratore viene chiesto un’integrazione di 0,50 centesimi a pasto che peserà in media 110 euro l’anno. L’accordo, inoltre, cancella gli scatti sulla quattordicesima mensilità e sul Tfr».
Infine il punto che più ha suscitato la maggiore opposizione delle due sigle sindacali. «Il contratto nazionale scrivono prevede dal 2018 per i nuovi assunti una maturazione graduale di 72 ore di permesso retribuito, ad eccezione dei lavoratori gli stagionali a cui queste ore devono essere riconosciute da subito. Risto 3, che ha sempre definito le sue lavoratrici delle mense scolastiche stagionali, incomprensibilmente si contraddice e stabilisce con il contratto integrativo che la maturazione da subito dei permessi retribuiti vale solo per gli stagionali assunti ante 2018, non per tutti gli altri».

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