18 febbraio 2021 – Corriere del Trentino
Ristori sci, Garavaglia assicura «Ora ascolteremo i territori»
Non ha perso tempo. A poche ore dalla nomina, il neoministro con delega al turismo ha voluto incontrare le Regioni e le Province che sull’economia della montagna fondano buona parte del Pil. Non solo: Massimo Garavaglia non ha risparmiato le critiche al collega Roberto Speranza, non appena è stata firmata l’ordinanza che de facto chiude l’inverno vietando sino al 5 marzo (salvo ulteriori proroghe) l’avvio degli impianti di risalita. «La stagione è ormai compromessa», dice senza indorare la pillola Garavaglia che al titolare del dicastero alla sanità ha contestato il metodo solitario. «È mancato il rispetto nei confronti dei lavoratori», aggiunge. Poi però dalle reprimende interne passa all’azione, alle promesse concrete: il decreto Ristori quinquies «terrà conto delle proposte dei territori», assicura Garavaglia che s’impegna anche ad accelerare i tempi del provvedimento.
«Indennizzi rapidi»
Il pacchetto da 32 miliardi è rimasto sospeso nei passaggi istituzionali, tramontato un governo ne è sorto un altro che dovrà occuparsi dell’imponente scostamento di bilancio per coprire tutte le categorie economiche rimaste ferme nei mesi invernali. Compreso l’ecosistema dello sci, ovvero tutto il turismo invernale e il suo indotto, che inizialmente aveva ipotizzato 4,5 miliardi di ammanchi a cui si sommano le perdite degli impianti di risalita. Per il solo Trentino, così come quantificato dall’assessore al
turismo Roberto Failoni, la perdita supera la soglia del miliardo e mezzo. Una cifra che comprende ogni singola attività: dal grossista che rifornisce il rifugio in quota rimasto chiuso al lavoratore stagionale. Ma in quale modo e in quale formula verranno risarcite le attività economiche? Il decreto Ristori, come detto, è ancora fermo e per l’economia della montagna lo stop ha comportato il frantumarsi delle speranze di recuperare del fatturato: ci sono margini di avvio della stagione sciistica? E le stime dei ristori andranno riviste coi territori? «Purtroppo ormai è evidente che la stagione è compromessa — risponde laconico Garavaglia — tuttavia il fatto che il decreto ristori non sia stato ancora approvato è un’opportunità per ritardare le misure anche alla luce delle proposte che sono venute dai territori». Proprio il Trentino s’è fatto promotore di una proposta poi condivisa da tutti gli assessori delle regioni interessate dallo sci, infatti. Si tratta di rimborsi scaglionati in base ai fatturati dell’anno d’imposta 2019: ristori pari al 50% del fatturato per le imprese con ricavi non superiori ai 2 milioni di euro; ristori al 40% per imprese con ricavi sopra i 4 milioni e fino a 5 milioni; ristori al 30% per chi ha ricavi oltre i 5 milioni. Quanto ai tempi del decreto, Garavaglia promette di voler dare risposte celeri. «Servono subito indennizzi, perché i lavoratori della montagna finora hanno ricevuto solo briciole».
Pressing dei maestri
A esortare l’esecutivo in fieri sono anche i maestri da sci: 54 scuole e 2.800 professionisti. Il presidente del Collegio, Mario Panizza, chiede un cambio di passo. A Roma ma anche alla giunta provinciale. «A fronte dell’ennesima decisione inaspettata della politica nazionale, il mondo dei Maestri di sci si trova in una situazione sociale ed economica che definire drammatica è essere ottimisti — dice — In queste settimane abbiamo affiancato l’azione della giunta provinciale nell’azione di sensibilizzazione del governo centrale tesa all’erogazione di indennizzi. Ora tutto questo è cancellato e il problema si è ingigantito. Chiediamo quindi formalmente al presidente Fugatti e agli assessori Spinelli e Failoni di dar corso in tempi solleciti a congrui sostegni economici alla nostra categoria, che dallo scorso marzo è priva di reddito e lo sarà sino al prossimo dicembre».
«Stagionali ignorati»
A incalzare Piazza Dante sono anche i confederali: Cgil, Cisl e Uil attaccano il governatore Maurizio Fugatti che, nell’incontro con Garavaglia di martedì ha chiesto risposte per le imprese. «Nemmeno una parola per chiedere un sostegno straordinario per le lavoratrici e i lavoratori stagionali del turismo rimasti senza lavoro e reddito». Quindicimila persone, ricordano i segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, «ignorate dal governatore».
Garda attendista
E se l’inverno pare compromesso si pensa alla primavera che, in Trentino, significa una cosa sola: Garda. Qui però l’incertezza dei confini chiusi e la Germania bloccata, mercato primario del lago, frenano gli entusiasmi. Marco Benedetti, presidente di InGarda, spiega che la promozione è ferma ma l’attività prosegue. «Stiamo lavorando sul prodotto — dice — Nuove sentieristiche, falesie, servizi connessi». Quando il turismo ripartirà, spiega Benedetti, saranno privilegiate le vacanze in auto, en plein air , nella natura.
«Ma per ora siamo fermi con la promozione osservando con attenzione ciò che decide Angela Merkel», spiega ancora. Considerato il quadro epidemiologico ancora complicato dalle varianti, gli eventi più grossi sono stati spostati in autunno. «Come il Bike Festival — dice — E la maratona del Garda». Si guarda però con ottimismo all’estate. «Che anche lo scorso anno ha salvato i bilanci», ripete Benedetti. L’apertura dei confini e la mobilità regionale restano ingredienti fondamentali per progettare la stagione.
Un piano straordinario
Al di là dei provvedimenti nazionali e degli scenari internazionali, il Partito democratico chiede però uno sforzo amministrativo locale più deciso. La mozione a prima firma di Alessandro Olivi esorta un piano straordinario di ristoro con un pacchetto di proposte. Tra queste: «Assicurare concrete misure di sostegno al reddito per i lavoratori stagionali rimasti senza impiego utilizzando le risorse disponibili nel piano di Politiche del Lavoro dell’Agenzia del Lavoro, nell’Assegno Unico Provinciale e nel Fondo di Solidarietà territoriale». Ancora: «Autorizzare Trentino Sviluppo a sospendere i canoni di locazione dovuti in attuazione degli accordi di partnership a sostegno degli investimenti e per l’anno 2021».
Scarica il pdf: ristori ART 180221 2
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