25 giugno 2018 – Trentino
I robot sostituiranno gli uomini? I rischi per i posti di lavoro
La tesi di Emilia Filippi (premiata dai sindacati) ha analizzato i cambiamenti tecnologici: «Serve più formazione continua»
Uno dei quattro premi di laurea Cgil, Cisl e Uil del Trentino 2018, rivolto a tesi dedicate al mondo del lavoro, è andato a Emilia Filippi. La laureata in Management all’Università di Trento ha ricevuto il premio per la sua tesi di laurea magistrale “Cambiamento tecnologico e lavoro: automazione e rischi di disoccupazione tecnologica”.
Emilia, di cosa tratta la sua tesi?
“Ho analizzato come il cambiamento tecnologico incide sul lavoro, concentrandomi sulla disoccupazione tecnologica, ovvero sulla disoccupazione derivante dalla possibilità di sostituire i lavoratori con le macchine”.
Quali sono, in Italia, i settori maggiormente a rischio di automazione?
“Le occupazioni che presentano una probabilità di automazione alta prevedono la realizzazione di un numero elevato di attività di routine eseguibili dalle macchine, come accade nei settori trasporti e logistica, supporto d’ufficio e amministrativo, produzione. Presentano una probabilità di automazione elevata anche alcune occupazioni che apparentemente sembrano essere immuni, come le occupazioni nel settore dei servizi e quelle riguardanti la vendita”.
E i settori meno a rischio?
“Le occupazioni che richiedono capacità di percezione, manipolazione, creatività e interazione con altre persone. Queste occupazioni riguardano i settori di management, business, finanza, istruzione, assistenza sanitaria, arte.”
Cos’altro è emerso?
“In Italia il 40% dei lavoratori, uomini e donne, presenta un rischio alto di sostituzione da parte delle macchine, il 47% un rischio medio e il 13% un rischio basso. La distribuzione del rischio è diversa: una quota maggiore di lavoratrici presenta un rischio alto di sostituzione da parte delle macchine a causa del fatto che le donne tendono ad essere impiegate in occupazioni meno qualificate”.
Da cosa dipenderà l’effettiva automazione futura dei lavori?
“Da diversi fattori, tra cui la fattibilità tecnica, il costo da sostenere per adottare la tecnologia, i benefici di tipo economico e non che possono essere ottenuti, le caratteristiche del mercato del lavoro, la difficoltà delle imprese nell’adozione della tecnologia, le questioni di accettazione sociale e il ruolo svolto dal lavoratore, l’aggiornamento delle skills da parte dei lavoratori, la modifica delle attività lavorative per renderle complementari alla tecnologia, la creazione di posti di lavoro favorita dalla tecnologia”.
Quali politiche andrebbero adottate?
“Anche se l’automazione effettiva potrebbe essere minore di quella temuta, andrebbero limitati gli effetti negativi riguardanti soprattutto i lavoratori sostituiti dalle macchine. Per esempio, la creazione di posti di lavoro finalizzata a offrire un posto di lavoro di qualità ai lavoratori dislocati dalla tecnologia può essere favorita tramite una minore regolamentazione del lavoro, la promozione della crescita economica e la riduzione della tassazione sul lavoro. La formazione dei lavoratori deve concentrarsi sulle competenze necessarie per operare con le nuove tecnologie e deve avvenire durante tutta la carriera lavorativa. Il sostegno ai salari e ai redditi deve essere accompagnato da altre misure poiché non consente di risolvere il problema della disoccupazione tecnologica alla radice”.
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