Il Corriere – Mercoledì 2 Ottobre 2024
«Rsa, carichi di lavoro insostenibili»
Domani mattina presidio in piazza Dante. Cisl e Uil: «Serve un osservatorio, coinvolgendo i dipendenti»
Massimiliano Cordin
TRENTO — «Così non si può andare avanti»: questo il grido d’allarme lanciato dal personale delle strutture residenziali trentine. A riportarlo sono Cisl e Uil che, per domani mattina, hanno convocato un presidio in piazza Dante per evidenziare le criticità che attanagliano il comparto. «Molti lavoratori delle Rsa si sono già dimessi e presto lo faranno altri — evidenzia il segretario generale della Cisl Fp, Giuseppe Pallanch —. Visto che la politica non ascolta, abbiamo deciso di scendere in piazza. È necessaria una programmazione di lungo periodo. E, per migliorare la situazione, occorre rivedere il sistema basato sulla parametrizzazione dell’assistenza. Non è possibile usare ancora quello legato ai minuti. È invece necessario guardare ai bisogni dei pazienti. Il settore ha ormai un problema di attrattività: sia per quanto riguarda l’aspetto lavorativo che per quello della formazione, con i corsi di infermieristica e di operatore socio-sanitario in continuo calo di iscritti».
«Per noi questa è una priorità assoluta: è necessario trovare quanto prima delle soluzioni condivise che siano concrete e attuabili — prosegue il segretario generale della Uil Fp Andrea Bassetti —. Quando l’assessore Tonina ha svolto il proprio tour nelle diverse strutture territoriali, avrebbe dovuto percepire il reale carico di lavoro. Sarebbe stata l’occasione per capire il reale carico di lavoro che i dipendenti delle Rsa stanno sopportando quotidianamente». Molti di loro non riescono più a lavorare, non possiamo più perdere tempo. Occorre intervenire».
I sindacati chiedono poi che, analogamente a quanto avvenuto nel comparto sanità, anche negli enti locali sia possibile fruire del buono pasto. E che vi sia una staffetta generazionale. «Il Covid ha cambiato tutto — conclude la responsabile delle Apsp per la Cisl, Cindy Galizzi —. Prima gli anziani che entravano nelle strutture avevano poche richieste, ora hanno un alto bisogno assistenziale e sanitario. Per questo si percepisce ancora di più la carenza di personale».
Scarica il pdf: CORRIERE ART Rsa 021024
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