27 marzo 2020 – Trentino
«Rsa, operatori sfiniti: subito un confronto»
L’accusa. I sindacati denunciano carenze nella gestione e nei dispositivi di protezione
TRENTO. «È un allarme drammatico quello che ci arriva attraverso le segnalazione da parte dei lavoratori sulla carenza di Dispositivi di protezione individuale adeguati nella case di riposo sparse sul territorio». Cosi la Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil che ieri hanno preso posizione con una lunga nota. «L’emergenza -hanno detto -deve essere gestita anche attraverso procedure automatiche e risolutive, compresa una scala di priorità e un tavolo unico».
Luigi Diaspro, Giuseppe Pallanch, Marcella Tomasi, rispettivamente segretari della FpCgil, CislFp, UilFpl, e i rispettivi responsabili di settore Piersanti, Pecoraro, Aichner, hanno rilevato «anche forti lacune sul coordinamento delle procedure per controllare il personale sanitario che è stato contagiato da Covid-19, sulle risorse messe in campo dai soggetti pubblici e privati coinvolti».
La situazione nelle Rsa trentine è difficile, con diversi i casi di contagio all’interno delle strutture tra ospiti e operatori che, seppure in quarantena, devono continuare ad assicurare i servizi. Le segnalazioni arrivano in particolare dalle case di riposo di Canal San Bovo, Pergine e Gardolo, Pellizzano, Mezzolombardo e Ledro, Levico, Arco, Dro, Riva del Garda, Rovereto, Pieve di Bono, Bleggio, Storo, Pinzolo, Predazzo, Brentonico e Cles.
«Alcune criticità emergerebbero anche nelle strutture private assistenziali. È necessario -hanno aggiunto i segretari -dare seguito velocemente all’estensione obbligatoria dei tamponi per tutto al personale sanitario e assistenziale impegnato quotidianamente nell’assistenza di persone fragili e maggiormente esposte al rischio contagio. Non è poi accettabile che alcuni infermieri, oss e personale tecnico e ausiliario vengano lasciati nell’incertezza su come e quando ritornare operativi. Il sistema deve garantire i dispositivi di protezione adeguati a partire dalle mascherine FFP2, ma anche la formazione del personale, un supporto per garantire la continuità assistenziale e un aiuto per superare il momento di eventuale pausa perché risultati positivi. Mancano indicazioni uniformi sulle procedure finalizzate al contenimento del contagio». Il tema centrale, secondo i sindacati, rimane la mancata costituzione di un tavolo di confronto con Provincia, Apss e gli altri soggetti coinvolti nell’emergenza sanitaria che il Sindacato continua ad invocare dall’inizio della crisi e ad oggi completamente disatteso.
Scarica il pdf: rsa ART 270320
Il caso delle strutture private
Uil: «Regia unica per il personale»
• «Una regia unica, in questo momento di emergenza, che si faccia carico della gestione di tutte le strutture e delle risorse umane». A chiederlo è Giuseppe Varagone, segretario della Uil Fpl che interviene sul caso della gestione del personale delle strutture sanitarie private. «Com’è possibile -si chiede -che ci siano strutture che lasciano a casa contro il loro consenso personale con ferie d’ufficio o inizia a parlare di ammortizzatori sociali, e strutture che chiedono collaborazione all’ Apss per reperire infermieri e Oss per coprire le assenze del loro personale? Ci chiediamo come mai queste strutture della sanità privata Trentina non collaborino tra di loro in questo momento di emergenza».
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