15 febbraio 2017 – Trentino
Rsa trentine, la fusione entro un anno
La tabella di marcia di Zeni illustrata ieri ai sindacati (ottimisti) tra le riserve dell’Upipa e qualche dubbio del Consolida
Alcuni mesi per mettere a punto la riforma dell’assistenza agli anziani, convincere la maggioranza del consiglio provinciale, portare il documento in giunta e infine arrivare alla fusione delle 45 Apsp del Trentino in 16 nuove agenzie entro gennaio 2018. Al più tardi entro maggio 2018, quando scadranno gli attuali consigli di amministrazione. Ecco la tabella di marcia che l’assessore provinciale alla salute, Luca Zeni, ha illustrato ieri nel corso di alcuni incontri che si sono tenuti all’assessorato. Con la possibilità ha spiegato che le 16 agenzie iniziali vengano ulteriormente fuse con altre realtà, in particolare nelle zone a minore densità di popolazione, per avvicinarsi ancora un po’ all’ipotesi iniziale (poi considerata eccessiva) che prevedeva un’ unica agenzia per l’assistenza su tutto il territorio provinciale. Ad esempio: può essere pensabile un’unica realtà per le valli dell’Avisio cioè Fiemme, Fassa e Cembra? E ancora: come procedere in Rotaliana e Paganella? Ma questi sono ragionamenti che potranno essere percorsi, eventualmente, in un secondo momento.
Intanto da affrontare ci sono i dubbi dell’Upipa, cioè l’Unione delle Apsp trentine, protagonista di uno degli incontri programmati ieri da Zeni. Il presidente Moreno Broggi spiega: «Non è corretto dire che siamo contrari alla riforma, abbiamo invece una serie di riserve sulla possibilità che questa nuova organizzazione (che abbiamo avuto la possibilità di conoscere nei dettagli solo da pochi giorni) possa garantire alla nostra popolazione i servizi di qualità a cui siamo abituati». È una questione di potere e poltrone? «No precisa Broggi pensiamo ai valori e non alle posizioni». E per essere più convincente spiega che nel 2018 ci sarà un sostanziale ricambio all’interno dei cda: «Non siamo qui a difendere i nostri posti, ma un’idea di servizio al territorio in cui crediamo e che non siamo certi potrà essere garantita con l’organizzazione che ci è stata presentata». L’Upipa ora ha chiesto tempo per approfondire ancora l’argomento e quindi procedere con un dibattito interno che culminerà il 1° marzo quando è prevista l’assemblea provinciale. Tutto questo con Zeni che incalza: «All’Upipa ho chiesto di arrivare a una sintesi concreta in tempi brevi» ha detto al termine dell’incontro.
Molto più ottimisti i sindacati. All’incontro riservato alle parti sociali c’erano Andrea Grosselli (Cgil), Walter Alotti (Uil), Lorenzo Pomini (Cisl) oltre ai rappresentanti dei sindacati dei pensionati e della funzione pubblica. Rinviate a un approfondimento «ad hoc» le fondamentali questioni contrattuali (avete idea della complessità di fondere 45 realtà che danno lavoro a migliaia di persone?) i sindacati hanno espresso un apprezzamento generale: bene il superamento della frammentazione con economie di scala (anche a beneficio degli utenti), bene la dimensione delle comunità di valle scelta per riorganizzare il servizio, bene l’idea che i nuovi soggetti garantiscano servizi a 360 gradi (dalla gestione degli assegni all’assistenza), bene la rappresentanza di volontariato, pensionati e associazionismo nei comitati di gestione. Ma – hanno detto i sindacati – ci dovranno essere garanzie che le nuove realtà siano in grado di garantire servizi di qualità in una situazione che sarà molto più complessa. E soprattutto – hanno aggiunto – queste nuove agenzie dovranno essere in grado di aumentare la gamma dei servizi esterni.
Una “timida” apertura è arrivata pure da Consolida (il consorzio delle coop sociali, protagonista di un terzo incontro) la cui presidente, Serenella Cipriani, nonostante i dubbi (non nuovi) della propria realtà ha espresso ottimismo rispetto alla possibilità di trovare spazi di aggiustamento prima dell’approvazione della riforma.
Scarica il pdf: Rsa ART 150217
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