02 settembre 2019 – Trentino

S.Chiara, personale senza parcheggio. La protesta. L’odissea dei dipendenti dell’ospedale del capoluogo per trovare posti liberi per andare a lavorare. Varagone (Uil): «I posti bianchi non sono controllati e i treni della Valsugana non sono compatibili con gli orari di lavoro»

 

All’Ospedale Santa Chiara la carenza di parcheggi affligge da anni personale e pazienti. La caccia al parcheggio rappresenta un’odissea quotidiana per chi all’ospedale ci lavora: con i parcheggi per il personale sempre pieni, i lavoratori devono arrivare con largo anticipo rispetto al turno di lavoro o usare i posti pubblici; per altro in grandissima maggioranza a pagamento. Le normative impongono un numero adeguato di posti liberi o a disco orario per garantire l’accesso alle cure, ma le “strisce bianche” nei pressi del Santa Chiara sembrano spesso occupate in maniera parassitaria dai molti che non rispettano i limiti temporali di parcheggio (in particolare i 15 minuti previsti in Largo Medaglie d’oro). Giuseppe Varagone segretario Uil Fpl Sanità conferma questa impressione: «I posti bianchi nelle vicinanze sono pochissimi e mancano i controlli sulle auto parcheggiate». A ottobre sarà completata la nuova area di sosta, voluta dall’amministrazione comunale: comprenderà 185 posti auto a pagamento e 22 a disco orario, con un aumento di 70 nuovi posti, tra via Crosina Sartori, ferrovia e parco Gocciadoro. Ma Varagone si dice scettico sul fatto che così si risolverà il problema: «I parcheggi si riempiranno subito di auto e la situazione non cambierà. Bisogna ridurre l’uso dell’auto, sostenendo il trasporto pubblico in treno e bus, proponendo abbonamenti convenienti, e premiando i lavoratori che usano la bici». La situazione è peggiorata negli ultimi anni da quando un parcheggio per i dipendenti in area Gocciadoro è stato rivendicato dal proprietario del terreno, che non ha più voluto concederlo. «Era un parcheggio che ospitava un centinaio di vetture. Ma non è solo un problema di numeri. L’amministrazione potrebbe puntare alla costruzione di parcheggi multipiano con strutture prefabbricate, ma costano».
La vicinanza della stazione “Trento-Santa Chiara” della Ferrovia Valsugana è un elemento non sufficientemente valorizzato, sottolinea Varagone: «I lavoratori trovano incredibile come non esista un treno che fermi alla stazione in un orario compatibile con i turni di lavoro. L’Azienda sanitaria deve pretendere che gli orari siano calibrati con le esigenze degli utenti». Si tratta di interventi a costo zero, specifica Varagone, che avrebbero un significativo impatto: «Le fasce orarie peggiori sono le 8 del mattino, quando arrivano personale e pazienti, e le 14, quando c’è il cambio turno. Lì c’è la guerra per il posto auto, c’è persino chi parcheggia nelle aiuole». Una guerra che si combatte non solo ai danni dei lavoratori, ma anche dei pazienti, che spesso ricorrono ai taxi; una soluzione che però non incontra il sostegno di Varagone: «Dobbiamo garantire l’accesso di tutti alle cure, senza costringere le persone a pagarsi anche il taxi».

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