1 dicembre 2016 – Trentino, Corriere del Trentino
«Sait, allargare il tavolo a Coop e Provincia»
La richiesta all’azienda dei sindacati, forti dell’appoggio del consiglio provinciale Nuovo incontro convocato per il 6 dicembre, rinviata l’ipotesi della mobilità
«Il confronto sugli esuberi Sait va spostato in sede istituzionale, in modo che sia possibile un’analisi più ampia sulle prospettive del consorzio». Forti dell’appoggio ottenuto in consiglio provinciale (in particolare dal presidente Bruno Dorigatti) ieri i sindacati hanno sottoposto ai vertici del Sait l’ipotesi di allargare il tavolo a Cooperazione e Provincia, nel corso dell’incontro fissato per individuare la via da seguire nel percorso di riduzione dell’organico che attualmente conta 420 lavoratori impegnati nella nuova sede di via Innsbruck.
Da una parte Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl), Roland Caramelle (Filcams Cgil) e Walter Largher (Uiltucs) in rappresentanza dei lavoratori, dall’altra il presidente Renato Dalpalù con il responsabile dei rapporti sindacali Marco Masè e i professionisti dello studio commerciale Elco a cui l’azienda si è affidata per seguire la vertenza. Non era presente invece il nuovo direttore del Sait, Edoardo Sbaffini, assente per motivi personali. L’azienda si è comunque riservata una decisione e ha fissato un nuovo incontro per il 6 dicembre.
In un comunicato diffuso nel pomeriggio i rappresentanti sindacali hanno riassunto così il senso della loro richiesta: «Dopo la significativa presa di posizione del consiglio provinciale, insieme ai nostri delegati, abbiamo ribadito la necessità che la discussione coinvolga da subito tutti gli attori della cooperazione, in primis la stessa Federazione, per gestire la questione Sait dentro la prospettiva più ampia dell’intera cooperazione di consumo. Sulla base delle analisi che emergeranno dal confronto le parti affronteranno anche la possibile condivisione degli ammortizzatori».
E proprio la via degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e contratto di solidarietà) è quella su cui puntano i sindacati che pur continuando a chiedere chiarezza e e trasparenza sulla reale situazione del consorzio non sono intenzionati ad andare allo scontro sui licenziamenti. In questo modo ad esempio con la cassa integrazione si ritarderebbe di 12 mesi l’uscita dall’azienda dei lavoratori consentendo ad alcune decine di loro di raggiungere i requisiti per il pensionamento.
No Comments