11 febbraio 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

«Il Sait non faccia dumping sociale»

Ieri due affollate assemblee dei lavoratori che chiedono al consorzio i contratti di solidarietà

«Prima si parli di ammortizzatori sociali e di un piano di rilancio e poi, semmai, di esuberi», Il vicepresidente della giunta provinciale Alessandro Olivi all’incontro con Sait, sindacati e Cooperazione ha chiesto al consorzio di invertire i ragionamenti e di presentare un piano industriale. I sindacati, dal canto loro, tornano a chiedere il contratto di solidarietrà anche se il Sait su questo punto non ci sentono. L’obiettivo è quello di far mettere in campo tutti gli ammortizzatori sociali possibili e di non tagliare il cordone ombelicale tra i dipendenti e il consorzio. Esattamente l’opposto di quello che vogliono i vertici del Sait. Olivi, però, avverte: «Tutti gli economisti dicono che se si ristruttura partendo dal taglio dei lavoratori non si fa altro che rimandare il problema. Serve un piano industriale». Olivi ha anche allargato il discorso facendo intendere che la Provincia sta guardando con interesse a quanto ha fatto il Friuli Venezia Giulia per regolare le aperture domenicali dei negozi e, soprattutto a quanto deciderà la Corte Costituzionale in aprile in merito al ricorso del governo contro la legge friulana. Se la Corte dovesse accogliere la tesi della Regione non è escluso che la Provincia possa percorrere una strada simile. Nel frattempo resta il nodo Sait. Ieri in due assemblee, una per turno, i lavoratori hanno chiesto ai sindacalisti Walter Largher della Uil, Roland Caramelle della Cgil e Lamberto Avanzo della Cisl a gran voce che l’azienda conceda il contratto di solidarietà: «Dai lavoratori si legge in una nota unitaria dei sindacati è arrivato preciso mandato a proseguire sulla strada della richiesta del contratto di solidarietà. E’ una strada percorribile: questo strumento è stato già adottato Da mesi chiediamo che Sait giochi a carte scoperte e presenti il piano industriale che motiverebbe questa pesante riorganizzazione. Ad oggi nulla. I lavoratori in assemblea hanno rimarcato che in Sait si sta operando una sostituzione di manodopera a basso costo. Il consorzio sembra si stia organizzando per esternalizzare alcune delle mansioni oggi svolte internamente in via Innsbruck, affidandole a Movitrento. E da quanto ci risulta la cooperativa sarebbe pronta a modificare il contratto dei propri dipendenti passando dal commercio alla logistica, tagliando dunque sul costo del personale. Questa non è una riorganizzazione è un’operazione di dumping sociale. Sait deve fare chiarezza».

Scarica il pdf: Sait ART 110217