L’Adige – Lunedì 14 Ottobre 2024
Salari nel privato, ingenuo credere a Fugatti
Alotti definisce una “sparata” il patto sociale sollecitato dalla Provincia per gli aumenti
La frattura tra i sindacati confederali in Trentino sulla firma del contratto del pubblico impiego – con Cisl e Uil a favore e Cgil contro – sembra destinata a propagare i suoi effetti negativi su tutti gli altri fronti nelle relazioni fra i vertici delle tre organizzazioni che, come dimostra il battibecco di ieri tra Michele Bezzi, segretario provinciale della Cisl, e Andrea Grosselli, segretario della Cgil trentina, sono sempre più tese. Una divisione che rischia di indebolire il fronte sindacale sia nei confronti delle controparti datoriali che nelle richieste comuni alla giunta Fugatti, a cominciare dall’indicizzazione all’inflazione dei sussidi pubblici, rimaste fino ad ora inascoltate.
Walter Alotti, da anni segretario generale della Uil del Trentino, è convinto che questi scontri tra sigle sindacali facciano male e osserva: «Proprio ora che le controparti, Confindustria, Confcommercio e Artigiani sono divise, facciamo la figura degli asini a metterci l’uno contro gli altri fra noi».
Segretario Alotti, la spaccatura sul contratto del pubblico impiego, visti i toni tra Bezzi e Grosselli, ha lasciato conseguenze nei rapporti con la Cgil che la rendono irreparabile o no? Cosa ne pensa?
È da un po’ di tempo che la Cgil ha questo atteggiamento di chiusura. Sono passati dal volere il sindacato unico a questo raffreddamento. Quando si parlava di sindacato unico io tiravo un po’ indietro, perché ho la memoria storica del sindacato in Trentino, e so che ci sono visioni diverse. La Cgil è un po’ più ideologicamente supportata, noi siamo un po’ più sull’oggettivo, mentre la Cisl a livello nazionale si è ormai distanziata sia dalla Cgil che dalla Uil, quindi trovo normale che soprattutto da parte della Cisl ci sia un certo malessere rispetto al Leitmotiv della Cgil sul contratto dei pubblici. Ma non capisco neppure la Cgil che continua su quel tasto, quando sa benissimo che quando i sindacati di categoria dicono che l’accordo va bene, a prescindere da chi è al governo, c’è il rispetto della scelta. Questo non vuol dire sostenere la giunta Fugatti. E ci sono tanti temi invece sui quali i sindacati possono stare uniti, perché la pensano allo stesso modo. Quindi è opportuno che uno faccia un passo indietro e l’altro un passo avanti.
Voi cosa pensate della giunta Fugatti?
Noi siamo molto critici su diversi aspetti del governo Fugatti: sia sugli incentivi alle aziende, sia sul turismo e l’agricoltura. Quindi sono tante le questioni su cui dobbiamo lavorare insieme come sindacati. Adesso, ad esempio, c’è da ragionare sulla proposta del nuovo presidente di Confindustria Delladio.
A cosa si riferisce in particolare?
Delladio ha ammesso, come io dico da anni, che in Trentino si è valorizzato sempre di più il turismo rispetto alla manifattura e che è ora di dare una mano a questa. Dopodiché la manifattura non può nascondersi, quando fa risultati, perché non abbiamo visto neanche in questo settore grandi recuperi di retribuzioni dei lavoratori.
Il presidente Fugatti ha promosso un patto per i salari per spingere verso un aumento degli stipendi anche nel settore privato. Cosa ne pensa?
Anche sì. Andrea Grosselli ci crede a queste “sparate” di Fugatti. Io no. Mi è bastato partecipare a due riunioni del tavolo sui salari organizzato dalla Provincia per capire che la stessa Confindustria e i settori del turismo, guarda caso, mettevano in dubbio persino i dati ufficiali sui salari di Ocse, Istat, Banca d’Italia. Forse io sono più malfidente, ma sul problema della retribuzione dei privati non può essere la Provincia a dare risposte. Può creare le condizioni, come noi abbiamo chiesto, ma poi sono i privati che devono decidere.
La Provincia non può fare di più?
Riguardo ai suoi stipendi una risposta l’ha data. Bene che abbia posto il problema dei salari nel settore privato, ma mi sembra un’ingenuità pensare che sia la Provincia a poter fare qualcosa al posto di Delladio, De Zordo o Bort. La Provincia, ad esempio, dopo tanti anni di pressione ha alzato l’esenzione dall’addizionale Irpef, anche se la Cgil non è d’accordo neanche su questo. Ma noi dobbiamo pensare ai tanti lavoratori che hanno uno stipendio medio.
Quindi lei dice che ci sono tante altre battaglie su cui i sindacati possono tornare a unirsi?
Certo, in questo momento in cui le controparti – Confindustria, Confcommercio e Artigiani – sono divise, facciamo la figura degli asini a metterci gli uni contro gli altri noi, dovremmo approfittare di questa situazione. E dunque penso che anche Michele Bezzi non avrebbe dovuto attaccare personalmente Grosselli.
Scarica il pdf: ADIGE ART salari 141024
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