21 maggio 2022 – l’Adige

Salgono i contratti di lavoro in Trentino

TRENTO Pesa il saldo negativo del turismo, con il termine di 8.838 contratti posti a copertura della stagione invernale, ma industria, costruzioni e servizi hanno portato in Trentino l’attivazione di 1.875 contratti in più tra gennaio e aprile. In Alto Adige la dinamica è stata simile, con la cessazione di 9.882 accordi nel comparto ricettivo e con la stipula di 1.470 nuovi contratti in più rispetto al periodo settembre-dicembre negli altri settori considerati. Flessione invece per il commercio, sia Trento che a Bolzano. Ma anche questo è un dato che si può in parte riferire alla stagionalità. Ciò che conta è che ci siano stati 23.326 contratti attivati a Trento e 30.168 a Bolzano: per tutte e due le province si tratta di valori superiori non solo al 2020 e al 2021 che sono stati martoriati dal Covid, ma anche rispetto al 2019. Allora i rapporti di lavoro avviati furono rispettivamente 20.455 a Trento e 29.913 a Bolzano e quindi, per dare un’idea, l’incremento in Trentino è stato del 14%.
Secondo i dati sull’Osservatorio del lavoro pubblicati ieri da Bankitalia, tra gennaio e la fine di aprile il Trentino Alto Adige ha dunque cominciato l’anno con qualche luce dal punto di vista dell’occupazione. È vero che ad una prima occhiata la nostra è l’unica regione italiana ad aver perso statisticamente contratti di lavoro al termine del primo quadrimestre 2022 rispetto al precedente periodo settembre dicembre.
Si tratta però, come precisato sopra, di un dato che sconta l’interruzione di tutti i rapporti stagionali nel settore turistico invernale che a Trento e a Bolzano ha un peso senza pari a livello nazionale. Si parla, comunque, di valori in linea con il 2019.
Andando nel dettaglio dei comparti, tra gennaio e aprile sono le costruzioni a riportare il miglior saldo, con una differenza di 998 contratti in Trentino e di 753 in Alto Adige. A seguire, buona performance anche per l’industria con un incremento rispettivamente di 557 e 356 contratti a Trento e a Bolzano, ma anche per i servizi (+320 e + 361). Come detto in apertura risultato negativo per il turismo una volta chiusa la stagione della neve e del commercio che ha riportatoun-643aTrentoeun-219a Bolzano.
«I dati di Bankitalia per i primi quattro mesi dell’anno commenano i segretari generali trentini di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti sembrano mostrare una rafforzamento dell’occupazione in Trentino rispetto non solo al 2021, quando i numeri delle assunzioni furono molto basse a causa del blocco della stagione turistica invernale, ma anche del periodo pre-Covid in particolare il primo quadrimestre del 2019. Le oltre 23mila assunzioni registrate in Trentino da palazzo Koch nei primi mesi di quest’anno determinano un aumento dei contratti stipulati di ben il 14% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il saldo tra assunzioni e cessazioni che ad aprile è sempre negativo in forza della chiusura dei contratti della stagione sciistica poi è del tutto in linea con quello registrato nel 2019, nonostante la crescita nelle cessazioni».
«Il quadro che emerge spiegano però i sindacati non è così positivo se confrontato con i rapporti mensili di Agenzia del Lavoro che si fermano però a Trento ancora ai primi due mesi dell’anno. Solo tra gennaio e febbraio sarebbero stati quasi 21.500 i contratti attivati in Trentino contro 21.000 cessazioni circa, con un aumento rispettivamente del 22% e del 40% rispetto all’anno pre pandemia. Insomma è cresciuto sì il numero dei contratti attivati, ma rispetto al 2019 sono esplose le cessazioni». Per i sindacati questi numeri sono motivati in particolare dalle incertezze con cui le imprese del turismo hanno affrontato l’ultima stagione invernale. «Molti alberghi infatti spiegano i sindacalisti a novembre 2021 avevano assunto con contratti stagionali molto brevi, nonostante la disponibilità di ammortizzatori sociali in costanza di lavoro, per capire quale impatto avrebbe avuto la pandemia sul turismo invernale. Così molti contratti sono stati fatti terminare a gennaio per poi in parte essere stati rinnovati da febbraio in avanti». Resta poi il problema della qualità dell’occupazione creata dal mercato del lavoro trentino in questa difficile fase economica per i settori dell’export e del manifatturiero colpiti dalla guerra in Ucraina e dal caro energia. «I dati di Agenzia del Lavoro ricordano Grosselli, Bezzi e Alotti registrano un miglioramento della propensione delle imprese ad assumere a tempo indeterminato ma le cifre sono ancora inferiori rispetto alla fase prepandemia. Ma rispetto ai primi due mesi del 2019 a febbraio si registrava comunque un calo di nuovi contratti a tempo indeterminato e stabilizzazioni pari al -5,7%. Basti pensare che anche in questi primi due mesi dell’anno solo i contratti a tempo determinato e i contratti di somministrazione rappresentano il 75,5% delle nuove attivazioni, con un aumento del 28,8% e del 17,2% rispetto allo stesso periodo del 2019».

 

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