29 settembre 2018 – Trentino
«Salvini e Di Maio ballano sul Titanic».
Sindacati e imprese allarmati: «Il conto lo pagheranno i giovani». Zobele: «Tanti diritti, pochi doveri»
«Ballano sul Titanic», sintetizza il segretario della Cisl trentina Lorenzo Pomini commentando la scelta del governo di finanziare gran parte della manovra facendo più disavanzo. «Salvini e Di Maio sono in campagna elettorale costante dal 4 marzo, il problema è che queste decisioni presenteranno un conto da pagare». Una preoccupazione questa che accomuna sindacati e imprenditori.
«Un conto sono gli investimenti per far ripartire la crescita dice il segretario della Cgil Franco Ianeselli qui invece siamo davanti a contenuti contraddittori. Sulla flat tax il nostro giudizio è noto, si avvantaggia chi è più ricco. Sulle pensioni l’aspettativa è alta, ma il rischio con la quota 100 è di penalizzare chi chiede l’anticipo. E per quanto riguarda il reddito di cittadinanza c’è un forte rischio di assistenzialismo se il provvedimento non sarà legato a politiche attive forti, come avviene per il reddito di garanzia in Trentino. Come sindacato siamo convinti che il lavoro viene prima del reddito». Rincara Pomini: «Per finanziare questa manovra si taglieranno altre misure di welfare, ma se aumenta lo spread i soldi non basteranno». Di «superficialità sorprendente e preoccupante» parla Walter Alotti, segretario della Uil: «Non si capisce come potranno finanziare tutto quello che hanno annunciato». Quanto al merito, «la riforma delle pensioni non è detto che sia migliorativa per tutti rispetto al percorso di manutenzione della Fornero che avevamo avviato con i precedenti governi». «Togliere la progressività del fisco è indubbio che premia i ceti medio alti e il reddito di cittadinanza bisogna capire a chi andrà e con quale condizionalità, conosciamo l’Italia e le misure a pioggia non vanno bene». Condiviso il giudizio dei sindacati trentini anche sul condono fiscale per le cartelle fino a 100 mila euro: «Fa specie da parte di chi gridava “onestà onestà”. È lo strumento più banale e becero, dove sarebbe il cambiamento?».
Sul fronte imprese, il presidente di Confindustria Enrico Zobele si dice preoccupato: «Finanziare aumentando il disavanzo è molto rischioso. Staremo a vedere la manovra reale, mi auguro che oltre a distribuire pani e pesci in un’eterna campagna elettorale, ci siano investimenti che producono reddito. Tra pensioni anticipate e reddito di cittadinanza, vedo tanti diritti e pochi doveri». Anche il presidente dell’Associazione Artigiani Marco Segatta è critico sul metodo: «Creando altro debito non migliorerà la situazione, ce lo ritroveremo sul groppone tra qualche anno». Aspetta di vedere nel dettaglio le misure, intanto apre su due punti, flat tax e pensioni: «Se c’è una riduzione delle tasse che chiediamo da tempo, ben venga. Se cambiare la legge Fornero vuol dire liberare posti di lavoro anche». Più critici, gli artigiani, sul reddito di cittadinanza: «Non si cada nell’assistenzialismo. Servono regole ben precise, se una persona rifiuta la prima offerta di lavoro, l’aiuto deve decadere».
Scarica il pdf: Titanic ART 290918
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