14 giugno 2019 – Trentino
Sandoz ha deciso: diciotto dipendenti in mobilità
Licenziamenti volontari. L’azienda avvia l’iter: non sono percorribili né la cassa integrazione né i contratti di solidarietà. Dagli attuali 150 lavoratori si scenderà entro l’anno a quota 132
Finora era solo teoria, da ieri si fa sul serio: l’annuncio lo ha dato la stessa Sandoz, che ha avviato la procedura di mobilità con il licenziamento di 18 dipendenti per fare fronte all’impatto della cessazione della produzione della Tiamulina, di cui il committente Elanco non ha rinnovato il contratto di fornitura, che scadrà così il 31 dicembre. La cessazione della produzione di Tiamulina comporterà per l’azienda una riduzione di circa 34 milioni di euro del fatturato e di circa il 60% dei volumi produttivi degli ultimi tre anni. Dall’autunno inizierà dunque un lento processo di trasformazione dell’impianto, che richiederà un anno e mezzo di lavoro per iniziare a produrre la nuova sintesi, il micofeonolato sodico, un principio attivo in uso nei medicinali antirigetto per i pazienti trapiantati.
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La necessità di rivedere gli organici è stata l’unica strada possibile, spiega Sandoz, poiché, esaurite tutte le possibilità di gestione del turnover, non c’erano gli estremi né per richiedere la cassa integrazione ordinaria, che prevede comunque il rientro alla fine del processo di tutta la forza lavoro, né la cassa integrazione straordinaria, che peraltro dovrebbe essere applicata a rotazione e sarebbe ingestibile. Nemmeno il contratto di solidarietà, argomentano l’ad Nicola Berti e il responsabile delle risorse umane Andrea Stiz, è applicabile poiché se da un lato salvaguarderebbe le posizioni dei lavoratori dall’altro sposterebbe il problema rinviandolo, ma senza risolverlo. Perché il vero nodo, lo si capisce dallo specchietto allegato all’avvio della procedura di mobilità, è che anche dopo la conversione dell’impianto non ci sarà lavoro per tutti gli attuali 150 dipendenti, dei quali 5 dirigenti, 8 quadro, 96 impiegati e 41 operai. Nel dettaglio sono state individuate 18 posizioni, dei quali 11 operai e un impiegato addetti al processo di sintesi della Tiamulina, un impiegato specialista dei processi, un operatore e un impiegato del laboratorio controllo qualità, uno specialista in logistica e due operai tecnici (uno della manutenzione meccanica, l’altro della manutenzione elettrica). Sono tutti volontari, che si dimetteranno dunque dietro un generoso incentivo economico e avranno fatto le proprie valutazioni, e per la maggior parte raggiungeranno i requisiti per la pensione entro un quinquennio. Ma il problema, sottolinea Mario Cerutti della Filctem Cgil, è cosa accadrà dopo. «Ci sono degli accordi firmati a suo tempo con sindacato e Provincia, che impongono un numero minimo di 160 addetti. Siamo già di 10 unità sotto questa soglia, e con gli esuberi “volontari” si perderanno altri 18 posti di lavoro. Il punto è capire quali siano le prospettive una volta che Sandoz avrà completato la conversione degli impianti. A questo punto è evidente che servirà meno personale. Dobbiamo aprire un tavolo di confronto su quali saranno i volumi e il fatturato nei prossimi anni».
Scarica il pdf: Sandoz ART 140619
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