24 maggio 2017 – Trentino

Sanità, i 14 distretti riuniti in 7 maxi aree

La riforma dell’Azienda sanitaria pronta a entrare nel vivo: oggi confronto con i sindacati per partire entro il 31 luglio

La riorganizzazione dell’Azienda sanitaria arriva alla stretta finale: oggi il direttore generale Paolo Bordon si confronterà (nuovamente) con i sindacati di medici e amministrativi, con l’obiettivo di raccogliere le osservazioni del personale e arrivare entro il 31 luglio a varare il nuovo assetto.

Si tratta di una riforma chiesta dalla Provincia che proprio sulla nuova organizzazione ha indicato la priorità numero uno del mandato a Bordon. Per i cittadini (e i pazienti) non sarà né facile, né immediato capire le trasformazioni in atto all’interno della sanità trentina, cambiamenti che i medici definiscono “profondi”: via i quattro distretti territoriali in cui era divisa la Provincia di Trento (sostituiti da un unico ambito), snellimento radicale dei 14 dipartimenti che vengono ricondotti a 7 grandi aree. I cambiamenti in realtà sono già stati attuati progressivamente e il concetto di base è questo: tutta la sanità trentina non sarà più organizzata in modo territoriale (con i distretti e gli ospedali che godevano di una certa autonomia) ma secondo una divisione per settori, in modo che sia possibile (anzi auspicabile) un utilizzo più efficiente delle risorse economiche ma anche di personale.

Ma che reazioni ci sono all’interno dell’azienda sanitaria? In attesa delle osservazioni che il personale potrà presentare oggi («E’ quella la sede opportuna » spiega Romano Nardelli, primario di pneumologia ad Arco e rappresentante di Anaao) il presidente dei primari trentini, Giuliano Brunori, la vede così: «Ogni cambiamento importante può essere vissuto con timori e preoccupazioni, ma in questo caso c’è anche la consapevolezza che il nuovo disegno vede i clinici al centro (e non i manager gestionali) e questa per noi è una sfida importante che ci vede impegnati con atteggiamento positivo. Non mi risultano grosse contrarietà alla riorganizzazione, certo sarebbe spiacevole se sul fronte politico qualcuno volesse ricreare la stessa situazione di un anno e mezzo fa quando l’ex direttore Flor lasciò la sanità trentina».

Può darsi che la riduzione di 14 dipartimenti in 7 grandi aree (che ora fanno riferimento ai primari Brunori, Caciagli, Tirone, Ramponi, Di Palma, Spagnolli e De Pretis) abbia provocato qualche malumore: in azienda di fatto ci sono (alcuni) dirigenti apicali che ora, con il nuovo organigramma aziendale, si trovano a rispondere a un altro capo area.

Sul tema è intervenuto ieri il Movimento 5 Stelle con una dura presa di posizione nei confronti del direttore Bordon: «Non sente la nostalgia del Friuli?» si chiede il consigliere provinciale Filippo Degasperi, invitandolo quindi indirettamente a dimettersi. Ma Degasperi aggiunge: «Sono sicuro che i trentini , eccetto Zeni, picconatore della sanità trentina, non farebbero nulla per trattenerlo».

Scarica il pdf: SANITà ART 240517