Sanità. Dopo l’emergenza serve un sistema di rete tra centro e periferie
Cgil Cisl Uil: non potranno essere i presidi periferici il pilastro dell’offerta sanitaria. L’assessora Segnana si schieri con il direttore Bordon che sulla correlazione tra impianti aperti e contagio ha esposto i fatti
“Quando l’assessora Segnana afferma che dopo questa emergenza la sanità trentina andrà ripensata ci trova d’accordo. Non crediamo, però, che la strada sia quella di fare degli ospedali periferici il pilastro della sanità trentina. Questa emergenza, in modo drammatico, ci sta dimostrando qualcosa di diverso: che servono centri di altissima specializzazione, che per necessità non possono trovarsi su tutto il territorio”. Lo dicono i tre segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino commentando quanto afferma la titolare delle deleghe sulla sanità. Andrea Grosselli, Michele, Bezzi e Walter Alotti ribadiscono, nello stesso tempo, che il concentrare su strutture di alta specializzazione l’offerta di più elevato livello sanitario, non mette in dubbio l’importanza dei presidi periferici. “Presidi con alta specializzazione centralizzati e ospedali a bassa intensità su tutto il territorio sono complementari e indispensabili per un’offerta sanitaria di qualità – insistono i sindacati -. Già due consiliature fa, con il direttore Flor, la Provincia di Trento decise di riorganizzarsi con questo modello. La giunta Fugatti non ha puntato né valorizzato i presidi periferici, si è ostinata a voler riaprire punti nascita, che ora a causa dell’emergenza ha dovuto chiudere. Ne prenda atto e cominci da subito a disegnare un sistema all’altezza dei bisogni della nostra comunità, non delle logiche di consenso elettorale”.
I tre segretari, infine, intervengono anche sulle polemiche sollevate dai consiglieri di maggioranza all’indirizzo del direttore dell’Apss Paolo Bordon “colpevole” dal loro punto di vista nell’aver messo a nudo la correlazione tra ritardi nella chiusura degli impianti sciistici e tasso di contagio in Trentino. “Il dottor Bordon ha esposto i fatti, non sue opinioni personali. Dei fatti si prende atto, non si cerca di piegarli alla propria visione di parte perché più utile – sottolineano Grosselli, Bezzi e Alotti -. Le posizioni espresse dai consiglieri di maggioranza sono inaccettabili. Ci auguriamo che l’assessora ne prenda atto subito e difenda in maniera netta chi sta svolgendo con impegno e dedizione un ruolo delicatissimo. Ci aspettiamo che l’assessora inviti i consiglieri della sua maggioranza a fare marcia indietro, a considerare la realtà e non le mistificazioni che meglio accontentano le loro convenienze”.
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