11 ottobre 2017 – Trentino

 SANITÀ LOCALE COME USCIRE DALL’IMPASSE

Si susseguono le notizie preoccupanti sulla Sanità trentina e la vacuità, disarmante, delle risposte politiche. Dal futuro incerto del Nuovo Ospedale di Trento alla tenuta, non priva di significativi costi, del vecchio Santa Chiara; dall’opacissima modalità di gestione della sanità convenzionata (accade che una clinica come Villa Bianca chiuda completamente, per 10 giorni di ferie, in piena estate), all’affidamento a Trento Sviluppo della promozione della Protonterapia, peraltro ancora in attesa del decollo delle convenzioni con tutte le Regioni del SSN e quindi di afflussi di pazienti sufficienti a compensare i costi elevati di funzionamento e manutenzione dell’impianto. Per non dire della recente discussione fra addetti ai lavori (Ordine dei medici, Ordine degli infermieri, sindacati più o meno corporativi di categoria) sul numero calante dei medici, ospedalieri e di famiglia, sulla apertura territoriali delle Aggregazioni professionali e multiprofessionali o della mai sopita polemica riguardo ai Punti Nascita, alle chiusure o aperture di Reparti Ospedali pubblici sul territorio, con importanti ricadute sulla assistenza tempestiva ai cittadini. Senza poi voler dimenticare la mai risolta, o mai affrontata concretamente, questione delle liste d’attesa e della misura troppo rilevante della cosiddetta “intramoenia”. Noi continuiamo a ribadire che se gli indici statistici dell’Azienda Sanitaria ci vedono ai primi posti nazionali per velocità nella tempistica di fruizione dei servizi, la percezione da parte degli utenti trentini è invece totalmente opposta. Ricordiamo che il Trentino gode di una competenza primaria rispetto alla materia e grazie a questa peculiarità ha la possibilità di gestire, con qualche buon margine di libertà finanziaria e di controllo amministrativo, una partita sociale ed economica che riguarda da tempo più di un quarto del valore delle risorse economiche del Bilancio Provinciale. Non si può non osservare che la maggior parte delle problematiche si sia aggravata con l’Assessorato Rossi, che poi mantiene da Presidente un sostanziale potere di intervento indiretto sulla materia. La filosofia del Presidente Rossi è “autonomista”, più che di esercizio della autonomia: discende dal riflesso condizionato di chiedere allo Stato, ogni volta che si presenta un problema, una ulteriore competenza alla Provincia, ovviamente nella convinzione che una nuova delega possa /debba risolvere il problema stesso. Cogliamo, quindi, occasione per riproporre, e fare nostra, la proposta forte di Giuseppe Remuzzi al Servizio Sanitario Nazionale, rivoluzionaria a nostro modo di vedere. E’ necessario assumere a tempo pieno i giovani laureati in medicina, eliminando per loro la possibilità dell’”intramoenia”. Forse, per questa via, si riuscirebbe a evitare la cosiddetta “fuga di cervelli”, consentendo di “arruolare” un buon numero di medici in Trentino e, quindi, scongiurando nel contempo l’allarme che lo stesso Ordine dei Medici ha lanciato. Un buon numero di giovani medici, interamente dedicati al servizio sanitario pubblico, darebbe facoltà di allargare, storica richiesta della UIL, le fasce orarie di fruizione delle visite specialistiche e della diagnostica. Un provvedimento similare è stato adottato in questi giorni dalla Provincia di Bolzano, che pur di attrarre nuovi medici, prevedendo incentivi economici forti e sospendendo quelli che sembravano irrinunciabili requisiti linguistici statutari, ha oggi duecento professionisti in fila per lavorare negli ospedali. Ecco due esempi di provvedimento fuori dai canoni, il cambio di registro operativo e di filosofia organizzativa che vorremmo e ci dovremmo aspettare in una Provincia Autonoma, che gestisce una delega con buone risorse, ma ricorrendo spesso a modalità gestionali improvvisate. Purtroppo spesso con i soli obiettivi della mera riduzione dei costi strutturali del sistema o “la produzione di risparmi per il servizio sanitario provinciale”. Occorrono quindi capacità di visione e strategie nuove, nella Sanità, nella Scuola e in tutti gli altri settori dell’amministrazione provinciale. Strategie e indirizzi utili a migliorare il servizio pubblico ai cittadini ed a valorizzare veramente le nostre prerogative autonomistiche, per far sì che non siano bersaglio continuo di critiche, ma piuttosto esempio virtuoso di sviluppo e modello di governo da emulare, anche fuori dalla nostra Regione.

Scarica il pdf: sanita Alotti ART 111017