18 maggio 2022 – Corriere del Trentino

Sanità privata, no dei sindacati «Più risorse per il personale»

TRENTO La premessa mostra i segnali della condivisione: «Il principio portante della riforma, ossia il concetto di prossimità, parla la lingua degli infermieri». Ma di fronte alla riorganizzazione dell’Azienda sanitaria (venerdì la giunta provinciale ha varato il nuovo regolamento) il presidente dell’Ordine degli infermieri Daniel Pedrotti non nasconde anche gli elementi di criticità: «Questi principi vanno coniugati con la realtà. La carenza di medici e infermieri è un dato evidente: per questo, per mettere a terra il potenziamento del sistema territoriale, va fatta una seria riflessione sulle risorse». Fattori di rischio, questi, sollevati anche dal presidente dell’Ordine dei medici Marco Ioppi.
«Lo sforzo di assessorato e Azienda sanitaria di rinnovare l’organizzazione è apprezzabile» precisa Pedrotti. Che promuove in particolare il passaggio da tre a sei strutture complesse. «Ma — aggiunge subito — già lo scorso anno avevamo chiesto che oltre ai livelli apicali si preveda una stratificazione delle responsabilità». Che ora manca: «Oggi, dopo i livelli alti, ci sono salti di responsabilità. La filiera deve invece risultare funzionale». Il nodo più delicato rimane però quello delle risorse. «Si tratta di un problema nazionale, oltre che provinciale — ricorda il presidente degli infermieri —. In questo quadro è necessario mettere in campo una strategia per rendere attrattivo il nostro sistema sanitario». Trattenendo i professionisti che lavorano in Trentino e provando ad attirarne altri, da altri territori. Come? Non con gli incentivi stile skipass, avverte Pedrotti (che ieri ha siglato un’alleanza con la Provincia sull’assistenza infermieristica). «Si devono piuttosto — dice — valorizzare i percorsi di carriera. Se i professionisti sono soddisfatti, rimangono. Altrimenti se ne vanno altrove». E in una riorganizzazione che punta sulla prossimità, gli infermieri invitano
ad allontanare i rischi di un depotenziamento della struttura centrale. «I servizi ad alta specialità rimangano a Trento, quelli legati all’assistenza primaria vengano distribuiti sul territorio» indica la direzione Pedrotti, determinato a cogliere l’occasione «per cambiare paradigma: le gerarchie anacronistiche vanno abbandonate».
Critici i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, secondo i quali «il nuovo regolamento rischia di essere un’illusione: non incide infatti su elementi fondamentali come la carenza di medici, sulla medicina e l’assistena territoriale e sulla presa in carico socio-sanitaria». Di più: «Nel regolamento — incalzano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — non c’è traccia di telemedicina, tele-assistenza, prossimità, potenziamento della prevenzione. Non vorremmo che si finisse per puntare a una valorizzazione solo formale dei presidi periferici depotenziando progressivamente invece il sistema pubblico di assistenza sociale e sanitaria e riducendo la qualità delle cure per tutti i cittadini». Timori che i sindacati vogliono affrontare con l’assessora Stefania Segnana, alla quale viene chiesto un incontro. Ma c’è anche un ulteriore nodo che anima il dibattito: per far fronte alla carenza di medici, l’Azienda sanitaria sta cercando di coinvolgere la cooperative di medici. «Affidare i servizi sanitari pubblici a soggetti privati — è però il monito di Grosselli, Bezzi e Alotti — è una scelta pericolosa, che rischia di compromettere la tenuta della nostra sanità, depotenziandola». Meglio muoversi in direzione opposta, avvertono i sindacati, ossia «rafforzando il sistema sanitario provinciale investendo concretamente nel reperimento del personale, medici in primis, e stanziando risorse sufficienti per far funzionare il sistema».
Meno aspro Nicola Paoli: «Si è fatto un buon lavoro — commenta il segretario della Cisl medici —, ora il regolamento va attuato». Paoli promuove il dg dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro («È sulla strada giusta») ma avverte: «Ora bisognerà metter mano alle risorse affinché la riforma non sia solo a parole». E sul coinvolgimento delle cooperative di medici aggiunge: «Ci sono cooperative di servizi dei medici di medicina generale anche in Trentino. Prima di cercarle fuori sarebbe bene coinvolgere le nostre realtà». Non la pensa così Luigi Diaspro: «Con chi si fa — si chiede il segretario della Fp Cgil — questa riforma? Il presupposto fondamentale è quello del personale, quello che manca e quello che abbandona il pubblico per il privato». Non solo: «Il piano rischia di apparire contraddittorio anche in relazione alle esternalizzazioni. I due milioni previsti per la riforma sono del tutto insufficienti. Occorrono massicci investimenti per un piano straordinario di assunzioni, adeguamento delle retribuzioni, incentivi professionali ed economici».

 

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