Sanità trentina migliore d’Italia: 10 ore al Pronto Soccorso per un codice verde sabato 6 ottobre.
Zeni abbia l’umiltà di ascoltare le critiche, i suggerimenti … quindi prenda provvedimenti.
Comunicato stampa 8 ottobre 2018
Qualche giorno fa la UIL esprimeva perplessità riguardo ai costi ed alle forniture dei materiali ed attrezzature mediche da parte della ASSL trentina: costi che risultano essere fra i più alti d’Italia, secondi solo a quelli dell’Alto Adige. Proponevamo l’utilizzo del metodo dei “costi standard” che permette a Regioni altrettanto capaci nel campo sanitario, come Emilia o Toscana, di andare a gara pubblica ed avere rilevanti risparmi ed un costo della sanità molto inferiore a quello risultante in Trentino.
Un risparmio di risorse che la UIL auspica non per ridurre risorse alla Sanità pubblica, ma per poter “offrire prestazioni e trattamenti di ancor maggior qualità, oltre che condizioni economiche magari migliori per attrarre da noi, ad esempio, nuovi professionisti della medicina: medici specialisti, generici ed infermieri, di cui si lamenta la mancanza ed il poco interesse a lavorare in Trentino”.
Un vero delitto di lesa maestà per l’Assessore Zeni che continua a rivendicare una qualità superiore, “la migliore d’Italia” quella erogata in Trentino. In verità i nostri concittadini si scontrano ogni giorno con una realtà diversa. Una realtà che lo stesso Direttore Bordon ammette: evidenti i grossi problemi in settori specifici, come proprio il Pronto Soccorso del Santa Chiara.
Dovessimo poi star dietro alla reale percezione degli utenti trentini della sanità pubblica locale, e alla loro sempre maggiore mobilità, dovremmo tornare a parlare e ragionare delle liste d’attesa per le visite e per la diagnostica pubblica, sempre in regola per l’ente pubblico: in realtà sempre più effettuate solo “intramoenia” a pagamento.
Ma torniamo alla realtà. Continuano i casi di persone che si presentano al Pronto Soccorso in seguito ad incidente o questioni sanitarie d’urgenza e sono costrette ad aspettare ore e ore per una visita ed un riscontro medico. Un esempio? È accaduto sabato ad una signora che ha dovuto attendere quasi 10 ore, in codice verde, a seguito di un incidente stradale: entrata di primissimo pomeriggio, uscita quasi a notte inoltrata e che alla fine si è vista presentare un conto salato, il ticket di 50 euro. Il prezzo di qualche esame diagnostico necessario alla conseguente prognosi.
La UIL chiede maggior umiltà e, finalmente, un poco di ascolto da parte dell’avvocato Zeni. Chiediamo qualche provvedimento efficace, per far sì che i tanto decantati primati in qualità siano percepiti anche dai cittadini trentini, per lo meno dai più deboli: quelli che pagano le imposte e che sempre più spesso si trovano costretti a pagare per un servizio di primo intervento, urgente, d’emergenza. Si proceda con l’arruolamento di nuovi operatori sanitari e con la riduzione dei tempi sia dei servizi di Pronto soccorso, che di quelli di attesa per le visite specialistiche e diagnostiche.
Le risorse certamente in buona parte si possono rinvenire da una più accorta amministrazione e spesa sanitaria, come anche le altre Regioni d’Italia, certamente non le “migliori d’Italia” ci possono suggerire! E’ un consiglio che inviamo all’attuale Assessore, ma che dovrebbe essere accolto da chi, nel prossimo futuro, si dovesse trovare a proseguire o ad assumere responsabilità così importante, anche dal punto di vista finanziario ed economico: riguarda quasi un terzo dell’intero bilancio della Provincia autonoma di Trento.
Walter Alotti – Segretario Generale UIL Trentino
Scarica il pdf: Sanità trentina COM 081018
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