26 maggio 2020 – Trentino

Sanità. «Umiliati come eroi da quattro soldi»

La denuncia. Ieri l’incontro tra la Provincia e i sindacati della sanità sull’incentivo coronavirus: «Dalla giunta nessuna risorsa aggiuntiva, il Trentino dell’autonomia fa peggio delle regioni a statuto ordinario. Vorrebbero concludere la vicenda con 5 euro lordi all’ora per pochi dipendenti»

TRENTO. «Eroi da quattro soldi». Questa la denuncia dei sindacati della sanità che ieri mattina hanno incontrato in video conferenza l’assessora alla salute, Stefania Segnana, e i dirigenti provinciali dell’assessorato, per fare il punto sull’incentivo coronavirus, già annunciato agli operatori che hanno lavorato in prima linea durante l’emergenza. Un incontro che si è concluso con una serie di comunicati, inviati dalle diverse sigle sindacali, tutti concordanti su un punto: «Le risorse non bastano». Di più: «Lavoratori umiliati». Oppure: «Eroi a parole». E ancora: «Tanti ringraziamenti e poca sostanza». E infine: «Il Trentino dell’autonomia fa peggio di Toscana, Emilia, Liguria, Umbria e Veneto».
Il nodo delle risorse
I sindacati denunciano che per pagare il bonus ai lavoratori della prima linea Covid la Provincia avrebbe messo sul piatto 15 milioni di euro che -come ha ricordato il segretario provinciale della Funzione pubblica della Cgil, Luigi Diaspro -erano già sul tavolo del rinnovo contrattuale della sanità: dunque soldi che erano già dei lavoratori, mentre altre regioni come Emilia, Veneto, Umbria, Liguria e Toscana hanno stanziato risorse specifiche. Fugatti invece no: il Trentino ha scelto di fare decisamente peggio delle regioni a statuto ordinario».
Cinque euro lordi
E poi c’è il tema dei 5 euro (lordi) all’ora destinati ai lavoratori, che al netto -fa il conto Diaspro -diventano solo 3: «Ecco quanto vale i lavoro degli eroi» denuncia il segretario della Cgil. Sulla stessa linea Giuseppe Pallanch (Funzione pubblica Cisl) che denuncia: «Non solo la giunta provinciale ha stanziato poche risorse, ma la platea dei beneficiari è ridotta. Eroi a parole, i lavoratori della sanità e delle rsa sono stati umiliati con un atto unilaterale della Provincia che non vuole trovare l’accordo sindacale. Le risorse sono assolutamente insufficienti, parliamo di 5 euro lordi per un periodo di tempo ulteriormente molto limitato. Senza contare che non tutti gli operatori in prima linea in questi quasi tre mesi sono considerati nel calcolo finale della misura: troppi gli esclusi, chiediamo alla Provincia di rivedere le proprie posizioni» conclude il segretario provinciale della Cisl funzione pubblica. Anche la Fenalt, con una nota diffusa da Roberto Moser, responsabile delle rsa, ha contestato le scelte della Provincia: «In sostanza la proposta della giunta provinciale è di premiare con 5 euro lordi all’ora solo gli operatori che hanno lavorato nei nuclei Covid, lasciando fuori tutti gli altri operatori e tutte le strutture non Covid. Noi non ci stiamo. Gli operatori delle Rsa stanno vivendo un momento in cui alla loro professionalità è stato chiesto tantissimo. Se non arriveranno risposte serie, senza imposizioni, ci troveremo costretti a iniziare una protesta che finirà solo quando troveremo aperture sufficienti».
Il congedo aggiuntivo
Da parte di Nursing up e Uil funzione pubblica (che hanno inviato un comunicato congiunto) è arrivata la proposta di un congedo aggiuntivo da godere nei prossimi 24 mesi, fino a a 15 giorni per le categorie più esposte. Anche da parte di questi due sindacati è arrivata la denuncia sui fondi “che non sono stati destinati ex novo per il finanziamento dell’incentivo, ma erano già impegnati nel bilancio aziendale. A questo punto -si legge nella nota -ci chiediamo dove siano finite le risorse aggiuntive che la Provincia ha ricevuto nelle settimane scorse da Roma per l’emergenza Covid».

Scarica il pdf: sanita ART 260520