Il T – 06 giugno 2023
Sanitari e Oss ucraini, 100 al lavoro.
Decine di professionisti sanitari e di operatori socio-sanitari (Oss) ucraini, per lo più donne, almeno un centinaio tra gli oltre 2.100 profughi arrivati in Trentino dall’Ucraina in guerra, possono esercitare temporaneamente la professione, in deroga al possesso dell’iscrizione allo specifico Ordine professionale, purché in possesso del Passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati, in sigla Eqpr. Lo stabilisce una delibera della giunta provinciale basata sulle norme nazionali decise subito dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’inizio del flusso di profughi verso l’Italia e gli altri Paesi europei. Già nelle prime settimane dopo l’inizio della guerra, il Trentino chiese di accogliere dieci medici, nell’ambito di richieste delle Regioni per oltre 1.000 sanitari ucraini. Ora i numeri sono aumentati e riguardano sia la sanità, dove ci sono carenze di personale (vedi sopra), sia le residenze per anziani, le Rsa, dove manca personale medico e infermieristico e, in alcune zone e in alcuni periodi come l’estate, anche il personale socio-sanitario.
La verifica dell’effettivo possesso della qualifica professionale da parte dei professionisti sanitari e degli operatori socio-sanitari in fuga dall’Ucraina, spiega la delibera, è in capo alle strutture sanitarie e socio- sanitarie pubbliche o private interessate al loro reclutamento temporaneo e si realizza, appunto, con la presentazione da parte del professionista del Passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati, che in questo particolare contesto rappresenta il documento abilitante all’esercizio della professione conseguita in un paese extracomunitario, in mancanza dell’equipollenza del titolo da parte del Ministero della Salute. Il passaporto, oltre alla qualifica posseduta, indica anche le esperienze lavorative e il livello linguistico del titolare. Le strutture
sanitarie e socio-sanitarie interessate possono quindi assumere temporaneamente, fino al 31 dicembre 2023, i professionisti muniti di Epqr, con contratti a tempo determinato o con incarichi libero professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa.
«Nella sanità abbiamo carenza di medici, per gli infermieri e gli operatori socio-sanitari ci sono graduatorie da cui attingere – dice Giuseppe Varagone della Uil Fpl Sanità – Quella degli Oss, ad esempio, vede 500 partecipanti di cui finora ne sono stati chiamati 200. Nelle Rsa ci sono più difficoltà a trovare operatori proprio per la concorrenza dell’Azienda sanitaria».
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