Corriere del Trentino, Il T – 15 giugno 2024

Sciopero Famiglie Cooperative. Riaperto il tavolo della trattativa

Trento — “Don Guetti è dalla parte dei lavoratori”. Si potrebbe riassumere con questa frase, scritta su uno striscione, lo sciopero di ieri delle Famiglie Cooperative contro la disdetta unilaterale del contratto integrativo provinciale.

Fumogeni, rossi, verdi e blu (i colori delle tre sigle sindacali), fischietti e pentole sbattute, ma anche canzoni esemplificative della loro situazione come “Nuntereggae più” di Rino Gaetano. Tutto per protestare contro una misura, decisa un anno fa ed entrata in vigore dal primo maggio, che, tra le varie cose, toglie almeno 170 euro lordi al mese ai dipendenti.

La protesta è servita a far incontrare i tre rappresentanti sindacali, Fabio Bertolissi (Fisascat), Carla Tatti (Filcams) e Stefano Picchetti (Uiltucs), con il direttore della Federazione Alessandro Ceschi e il responsabile delle relazioni sindacali Italo Monfredini. In mattinata una delegazione delle Famiglie Cooperative aveva anche incontrato l’assessore alla Cooperazione Mario Tonina, il quale ha preso l’impegno di facilitare l’incontro tra le parti.

«Non abbiamo buone notizie da darvi — hanno detto i tre sindacalisti appena usciti dall’incontro durato un’ora — Torneremo a discutere e questo anche perché la vostra protesta è stata notevole. Impossibile ad oggi prevedere l’esito del confronto perché le posizioni restano lontane. Lo stato di agitazione e la protesta vanno avanti».

E le posizioni restano distanti soprattutto per quanto riguarda l’introduzione di una quota variabile nello stipendio legata alle prestazioni, al posto che legata alla presenza. «Noi crediamo che, in futuro, quote variabili possano esserci, ma la retribuzione odierna dei lavoratori deve rimanere fissa», ha detto Bertolissi. E Tatti ha aggiunto: «Se loro partono dal presupposto che l’introduzione della quota variabile non si tocca sarà difficile arrivare ad un accordo. Restiamo comunque fiduciosi e disponibili a trattare».

Invece, Picchetti resta ottimista perché, secondo lui, la decisione di disdire il contratto integrativo si sta rivoltando contro l’azienda: «Le loro certezze si stanno sgretolando perché ci sono tante famiglie cooperative che hanno deciso di applicare lo stesso il contratto collettivo scaduto. Inoltre alcune figure non sono più tutelate e retribuite a dovere e manca tutta la parte normativa. Siamo contenti che un loro errore gli stia producendo dei danni».

Nonostante lo sciopero, la Federazione alla fine dell’incontro non cambia linea: «La nostra posizione rimane immutata», ha detto Monfredini. Il quale però è rimasto disponibile al dialogo: «La volontà è di tenere aperto il tavolo della trattativa».

La manifestazione di ieri era stata annunciata una settimana fa. Ma tra la proclamazione e lo sciopero effettivo, la Cooperazione Trentina aveva cercato di spegnere il fuoco della protesta elargendo una quota una tantum di 600 euro per tutte le famiglie cooperative «per non far ricadere su di loro le conseguenze dello stallo nella trattativa». Questa decisione, però, non è stata ben accolta dalla controparte: «La vedo come una mancia che non risolve assolutamente la situazione ed è fine a se stessa», ha detto Tatti.

I sindacati e la Federazione hanno litigato anche sui numeri delle adesioni allo sciopero: Se per i primi, quasi il 70% dei punti vendita ha aderito («I lavoratori oggi sono di più rispetto all’anno scorso», ha ricordato Bertolissi). Per l’azienda, su un campione di 48 Famiglie analizzate, il 24,52% dei dipendenti ha aderito e su 301 punti vendita monitorati lo ha fatto solo il 32,23%.

Lo scontro fra sindacati e Federazione quindi continuerà. Intanto è stato convocato un nuovo tavolo di confronto per il 24 giugno. Nel mentre, i sindacati hanno promesso altre azioni di mobilitazione e protesta.

 

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