27 novembre 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
Scuola, Bisesti vuole riaprire il 9. L’assessore: «Superiori, tutto pronto. Bus al 65%». Uil critica: lezioni online più sicure
TRENTO Mentre l’Alto Adige si prepara a riportare il 50% degli alunni delle scuole superiori ai banchi dal 9 dicembre e dal Veneto viene caldeggiato il rientro in aula dopo l’epifania, in Trentino si accoglie la data scelta dalla Ministra Lucia Azzolina e si punta a ripartire al 100%. L’assessore all’istruzione Mirko Bisesti preme per tornare il prima possibile alla scuola in presenza. Anche se iniziare il 9 dicembre significherà fermarsi dopo appena due settimane, per via delle vacanze Natalizie, la giunta trentina insiste sulla necessità di riportare i ragazzi in aula.
«Già due settimane fa, quando il Dpcm nazionale aveva bloccato la didattica in presenza per le scuole superiori in zona gialla, noi avevamo richiesto una deroga per poter continuare, allegando il parere dell’Apss — osserva l’assessore —. Il permesso ci era stato negato, ma ci sentiamo assolutamente pronti per tornare in presenza. Le condizioni per garantire agli studenti della scuola secondaria di rientrare tra i banchi, con le modalità attuate da settembre a novembre, ci sono». Un parere ribadito ieri nell’informativa alla quinta commissione del Consiglio provinciale. Se il governo troverà un accordo sul rientro il 9 dicembre, «si seguiranno le stesse regole definite finora», ribadisce Bisesti. Al momento la giunta non pensa a un ritorno parziale in aula (come nelle ipotesi del Ministero o come deciso a Bolzano) né all’introduzione di orari di ingresso e di uscita scaglionati. «Una ricognizione sulle modalità con cui riaprire è in atto, ma gli sforzi fatti dal sistema sono sufficienti», aggiunge l’assessore, che non perde occasione per riaffermare «la specificità del contesto trentino». Il puzzle, insomma, è già stato fatto. A partire dallo sforzo sul fronte dei trasporti. «Siamo riusciti a garantire, poco prima dell’obbligo di chiusura, la capienza dei trasporti sotto il 65%. Sono stati aggiunti 50 mezzi e 100 corse in più per alleviare il carico». In quinta commissione Bisesti ha anche ricordato qualche cifra: i «45 milioni in più stanziati per un solo anno scolastico» e «l’impiego di più di 800 persone legate all’emergenza». Dal 14 settembre ad oggi, le sezioni che hanno passato un periodo in quarantena sono 664, con il picco massimo registrato tra l’8 e il 9 novembre. In quei giorni erano isolate 294 sezioni. Un numero calato, fino alle 77 di ieri. I numeri, dice Bisesti, sono rassicuranti in vista della ripresa.
Chi non vede di buon occhio il ritorno immediato alla didattica in presenza — mancano meno di due settimane — è Uil scuola. In primis, Pietro Di Fiore si dissocia dalla misura su cui il governo sta decidendo in queste ore. «Si discute di scuola più in termini di consenso politico — chiosa il sindacalista — anziché ragionare sulle misure sostenibili per una situazione che, a livello nazionale, è drammatica». Venendo al Trentino, Di Fiore preferisce la prudenza. Un rientro in aula il 9 dicembre sarebbe in netto contrasto con le esigenze sanitarie del momento. «Le misure sanitarie prese stanno finalmente portando i loro frutti, e ciò si vede nella discesa della curva dei contagi — dice il sindacalista di Uil scuola — Pensare a un rientro intempestivo, quando in due settimane arriverebbero praticamente alle vacanze di Natale, a noi sembra particolarmente rischioso. Come sindacato invitiamo la giunta a prestare attenzione e a riaprire a inizio gennaio. Lo diciamo noi, che abbiamo sempre espresso la volontà di tenere la scuola aperta».
Nelle prossime ore i sindacati dovrebbero incontrare l’assessore Mirko Bisesti per le battute finali dell’inquadramento contrattuale della didattica a distanza. «In questa occasione ribadiremo anche la nostra contrarietà alla riapertura fino a gennaio. Per tornare in aula deve essere assicurata la tutela della salute delle persone». Una condizione che per Di Fiore ancora non sarebbe garantita, visto che «agli insegnanti mancano le mascherine Ffp2». In più, se nei prossimi mesi il governo provinciale riterrà necessarie variazioni al piano della didattica — per esempio scaglionando gli ingressi e le uscite, opzione per ora scartata da Bisesti — il sindacato ci tiene a fare una premessa. «Si potrà anche ragionare in questi termini, ma chiedo che la programmazione adottata possa rimanere attiva per un arco di tempo ragionevole. Serve una programmazione duratura, anche perché il carico di lavoro di una riorganizzazione, per le scuole, è immenso». Dunque, l’invito finale è a «prolungare il periodo di distacco in modo che si possa ripartire più tranqUilli in presenza a gennaio».
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