23 aprile 2021 – l’Adige

Scuola, bufera sull’organizzazione

L’ipotesi, forse più di un’ipotesi, del taglio delle classi con conseguente riduzione degli organici preoccupa, e non poco, la Uil Scuola. Il segretario Pietro Di Fiore ha preso carta e penna e scritto una accorata lettera all’assessore Mirko Bisesti e al dirigente Roberto Ceccato.
«Giungono notizie allarmanti da più di un’Istituzione Scolastica in relazione alla dotazione organica che si intende attribuire alle scuole per il prossimo anno scolastico. Noi abbiamo più volte ribadito la necessità che a periodi eccezionali si rispondesse con misure altrettanto speciali. Nella delibera provinciale di fine febbraio si parla di parametri “normali”, come se il terribile virus non fosse entrato nei corridoi e nelle aule scolastiche. Questo può essere accettabile solo se, e così ci era stato comunicato durante gli incontri, si sarà pronti ad intervenire con classi e organico aggiuntivo, qualora le misure di contenimento alla pandemia lo rendessero necessario. Così sembra non si voglia fare».
Di Fiore aggiunge che le prime comunicazioni non confermano impegni di potenziamento degli organici, ma addirittura propongono tagli e riduzioni del numero di classi. E conseguente riduzione del personale docente e non docente.
«Così non va. Non si può fare. In base a quali criteri i Dirigenti Scolatici dovranno decidere di smembrare alcune classi e non altre? Con quale spirito le scuole dovranno comunicare a scolari e famiglie che le loro classi non esisteranno più? E siamo così sicuri di poter fare a meno, ad esempio, di un buon numero di collaboratori scolastici?».
Le richieste della Uil sono precise: devono essere mantenute tutte le “classi Covid”. Di Fiore conclude: «Abbiamo sempre sostenuto l’Amministrazione provinciale nella volontà di mantenere le scuole aperte, in presenza. Ci attendiamo che agli annunci seguano i fatti: abbassamento del numero degli alunni per classe come misura di rispetto del distanziamento sociale, potenziamento del numero delle classi, vaccinazione del personale scolastico». Alla luce della situazione che si sta venendo a creare, ieri è intervenuto anche il Comitato scuola in Presenza per la Provincia Autonoma di Trento.
«Come genitori ma soprattutto come cittadini trentini siamo estremamente delusi: abbiamo agito con la convinzione che la giunta avesse fatto tutto quanto in suo potere per tenere aperte le scuole. Ci hanno fatto credere che le limitazioni ad una scuola aperta al 100% provenissero dal Governo Centrale. Ed invece abbiamo potuto constatare la contraddizione, quando, in seguito alla presentazione della mozione del consigliere Filippo Degasperi, abbiamo letto i nomi di coloro che si sono dichiarati apertamente contrari al punto uno, ovvero “riproporre l’impianto organizzativo ed
organico, nonché la composizione dei gruppi classe dello scorso anno scolastico”. Le persone che ci avevano assicurato di comprendere appieno il problema della scuola e di essere in linea con il nostro pensiero, sono anche le stesse che non consentiranno il rientro a scuola in presenza al 100% per tutte le classi superiori. Sappiamo che molti dirigenti e docenti si stanno muovendo scrivendo lettere indirizzate all’assessore Bisesti e al presidente Fugatti. Perché se a settembre non dovesse andare meglio, se i contagi ricominciassero a salire, quale sarebbe la soluzione? In Trentino ci si vanta sempre di essere i migliori e non si riesce a superare questo scoglio? Non si è davvero capaci di organizzare i trasporti e gli altri punti critici? Quanto ancora dovremmo sopportare? Dopo il via libera da Roma, cosa aspetta ancora la Giunta? Vogliamo vedere concretamente che a Fugatti interessa davvero qualcosa del nostro futuro».

 

Scarica il pdf: ADIGE scuola ART 230421