24 agosto 2019 – Corriere del Trentino

Scuola. «Disparità legate alle attività extra e al monte ore» I sindacati spiegano le differenze locali

Se i docenti che operano in provincia di Trento e Bolzano ricevono degli stipendi più alti rispetto al resto d’Italia lo devono a delle specificità legislative in vigore nei rispettivi territori. «Come dico sempre ai colleghi del Veneto o della Lombardia che mi interrogano sulla disparità di retribuzione — spiega il segretario della Uil Scuola trentina Pietro Di Fiore — noi abbiamo degli stipendi legati a tabelle nazionali: un’ora a Trento è sempre un’ora, come a Venezia o a Milano. Per le attività di didattica con gli studenti lo stipendio orario lordo è di 35 euro, per quelle funzionali all’insegnamento (riunioni, programmazione etc.) invece è di 17,5 euro. Non credo — commenta — che altri professionisti laureati si accontenterebbero di tali retribuzioni».
I docenti trentini guadagnano di più, continua Di Fiore, «per via delle 40 ore provinciali e delle 70 ore di recupero», percependo quindi, oltre allo stipendio base, 194,14 euro al mese di assegno provinciale, 1.000 euro all’anno di flessibilità e una Retribuzione professionale docenti (Rpd), ossia un assegno accessorio continuativo che nella progressione di carriera (da 0 a 35 anni di servizio) va da un minimo di 174,50 a un massimo di 273,20 euro.
Cinzia Mazzacca, segretaria della Flc Cgil del Trentino, specifica il diverso inquadramento contrattuale per i docenti in vigore in provincia di Trento: «Se in generale i docenti della scuola pubblica in Trentino, dipendenti diretti della Provincia, percepiscono circa 277 euro lordi in più al mese rispetto al resto d’Italia —spiega—lo si deve a una situazione contrattuale diversa rispetto a quella nazionale: hanno un contratto collettivo provinciale di lavoro con una contrattazione primaria fatta all’Apran (l’Agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale, ndr), caso unico in Italia, che prevede articolazioni diverse dell’orario e diverse flessibilità. Il minimo retributivo è uguale a quello nazionale — conclude Mazzacca — ma tutto ciò che viene fatto in più può essere retribuito diversamente».
In Alto Adige, dove gli stipendi sono ulteriormente più alti, la situazione è ancora diversa e più complessa: i docenti hanno più ore di insegnamento e ricevono delle indennità in tutti gli ordini di scuola per titoli specifici (ad esempio 2.600 euro annui in più a un docente di scuola primaria laureato), per il patentino linguistico (circa 2.821 euro annui) e per alcune altre maggiorazioni specifiche, ad esempio per la specializzazione sul sostegno (1.057 euro annui) e il premio di produttività, mediamente 600 euro annui, ma con variabilità individuale.
«Dal 1998 in provincia di Bolzano — spiega il segretario Flc Cgil dell’Alto Adige Stefano Fidenti — il principio è stato quello di cercare di equiparare con l’indennità provinciale lo stipendio dei docenti delle scuole a carattere statale, dipendenti dello Stato ma amministrati per delega dalla Provincia, con quello dei docenti delle scuole provinciali, ossia di competenza primaria della Provincia (formazione professionale, infanzia, scuole di musica)».

 

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