29 aprile 2020 – Corriere del Trentino

Scuola. I sindacati alla Provincia: ora pianifichiamo Di Fiore (Uil): necessario ripartire a settembre, l’online aumenta le ingiustizie

TRENTO Anche se ancora si attende l’ordinanza ormai è una certezza: l’esame di maturità si farà e sarà un orale. E questo varrà anche per le professionali, per le quali la competenza è della Provincia: «Porterò la delibera in approvazione giovedì» afferma l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti che tiene la porta socchiusa anche per l’esame di terza media.
Saranno questi temi alla base del confronto atteso oggi tra sindacati e Provincia. «Chiediamo che l’esame si faccia in presenza» afferma Pietro Di Fiore, segretario della Uil scuola che sposta poi lo sguardo a settembre. «Riapriamo la scuola: è necessario per i bimbi e i ragazzi, per i quali la relazione è già scuola ed è necessario perché la sola didattica a distanza rischia di aumentare il divario tra chi ha molto e chi non ha nulla». Il dato ufficiale di quanti bimbi e ragazzi in Trentino siano rimasti esclusi dalla didattica on line non c’è, ma il Trentino su questo fronte è messo meglio dell’Italia, dal momento che secondo un’indagine Istat è la provincia italiana dove meno persone sono prive di pc. Ma resta comunque il dato che una famiglia su cinque non lo possieda.
Le proposte da mettere sul piatto Di Fiore le ha chiare: «Serve una sinergia tra Provincia e enti locali per trovare spazi adiacenti alle scuole dove far svolgere attività a piccoli gruppi. Altri piccoli gruppi svolgeranno le lezioni, su sei giorni, a turni». La didattica a distanza rimarrebbe dosata a seconda «dell’ordine e grado delle scuole, dell’età dei bambini e delle zone: non dimentichiamo che tra chi — afferma Cinzia Mazzacca segretaria della Flc Cgil — è rimasto escluso c’è chi non aveva accesso alla banda larga in Trentino». L’idea per Mazzacca è quella di un sistema «misto e modulare con spazi nelle scuole che si possano aprire e chiudere a seconda delle esigenze e dove didattica on line, utilizzo di spazi aperti, il centro storico per la storia e il fiume, ad esempio per le scienze, si uniscano alla didattica in presenza e con quella a distanza».
Quello che però Uil, Cgil e anche Cisl chiedono sono le basi di partenza sanitarie per formulare le ipotesi: «Siamo nel limbo, non sappiamo ancora come chiuderemo l’anno, cosa succederà agli asili in estate — sostiene Stefania Galli, Cisl scuola — Il punto è che qualcuno si deve prendere la responsabilità di dire cosa si può fare, quali sono gli spazi minimi e le condizioni di sicurezza».
In quest’ottica l’organico va mantenuto se non «ampliato laddove necessario e dobbiamo tutelare anche il personale che ha lavorato in deroga rispetto a orari: va tutelata anche la loro sicurezza» affermano all’unisono i sindacati, che chiosano: «Fino ad oggi si è chiuso senza pianificare, è mancata la regia: settembre è vicino».
Le prime risposte arrivano da Roma, confermate dall’assessore Mirko Bisesti: «Arriverà a giorni la circolare ministeriale — spiega — che confermerà la linea dell’esame orale per la maturità». Un’ora, «forse un po’ più lungo del normale — aggiunge la sovrintendente Viviana Sbardella — per dare soddisfazione anche all’impegno dei ragazzi». La data di inizio per ora resta quella del 17 giugno. E la stessa modalità varrà per le professionali: «Porterò in delibera giovedì questa soluzione» dice Bisesti. E per le medie? A Roma l’esame è stato cassato. «Il riferimento è alla coerenza con il livello nazionale ma a oggi, come Provincia autonoma, abbiamo una piccola apertura e valutiamo se poterlo fare». Per settembre tutte le ipotesi messe sul tavolo dai sindacati sono al vaglio «ma attendiamo le indicazioni della componente sanitaria». La didattica a distanza, integrata con quella in presenza «nei primi mesi sarà mantenuta, modulata in base alle materie e all’età degli alunni». Il monitoraggio su spazi adiacenti alle scuole «è in corso. Per ora emerge che nei piccoli Comuni sia più facile trovare soluzioni, ma ci stiamo lavorando». Quanto alla conciliazione e all’ipotesi di asili estivi «dobbiamo avere il via libera della parte sanitaria: più facile che si parta a luglio che a giugno. Per il resto ci stiamo impegnando con forza mettendo più risorse su voucher babysitting e congedi: ma ci vuole flessibilità non solo da parte della scuola ma anche dal mondo lavorativo».

 

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