10 dicembre 2019 – Trentino

«Ore da 50 minuti, scegliamo noi»

La protesta della scuola. Gli insegnanti delle superiori vorrebbero tornare a poter decidere autonomamente la durata delle lezioni in classe La questione si accompagna a quella economica del rinnovo contrattuale. Ieri nuovo presidio dei lavoratori sotto al palazzo della Provincia

TRENTO. Con uno slogan, si potrebbe dire che gli insegnanti delle scuole superiori vogliono tornare a fare gli insegnanti a tempo pieno. Tradotto: vorrebbero innanzitutto poter decidere se fare lezioni che durano 50 o 60 minuti, in maniera autonoma in ogni istituto.
Non c’è dunque solo la questione delle risorse economiche sul tavolo della trattativa con la Provincia. La partita contrattuale si affianca ad altri temi che, più nello specifico, riguardano il lavoro fatto dagli insegnanti fuori e dentro le classi. Una questione che interessa direttamente gli stessi studenti, dato che si parla di organizzazione delle lezioni.
Ore da cinquanta minuti
In Trentino “le ore da 50 minuti” sono state imposte una decina di anni fa, da una riforma proposta dall’allora assessora Marta Dalmaso. Era un modo per prevedere piani di studio diversi, anche con la presenza della lingua straniera.
In alcune scuole, però, l’imposizione non era stata digerita molto volentieri. Anche perché gli insegnanti sono costretti a recuperare il tempo “risparmiato” in aula, con 70 ore di attività che non sono sempre strettamente legate alla didattica. E qui scatta il problema.
«Gli insegnanti vogliono invece avere la possibilità di scegliere. Le lezioni che durano 60 minuti possono servire per piani di studio “più distesi”», spiega Cinzia Mazzacca della Cgil scuola. Secondo gli insegnanti, la questione dovrebbe essere discussa all’interno dei singoli istituti. Proprio come avviene, ad esempio, alle scuole medie. «Alle superiori invece il sistema è imbrigliato e i piani prevedono già lezioni da 50 minuti».
Le assemblee sindacali
La questione è stata rilanciata dagli stessi insegnanti, ieri, durante l’assemblea sindacale al cinema Vittoria. E poi un nuovo presidio sotto la Provincia che segue la manifestazione della scorsa settimana. Il tutto rientra in una mobilitazione più generale del comparto, con varie assemblee che vogliono dare il senso della continuità nella protesta.
Oggi ci sarà un nuovo incontro in Provincia, alla presenza dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Sul tavolo c’è la discussione, più generale, dei contratti dei lavoratori pubblici. Ma non è detto che non si affronti anche il tema della scuola. In attesa di venerdì, quando ci sarà l’incontro specifico con l’assessore Mirko Bisesti.
Domani invece ci sarà l’assemblea della scuola dell’infanzia, della formazione professionale e del personale Ata.
Le questioni sul tavolo
«Dalla Provincia sembra ci sia la disponibilità a stanziare i fondi quanto meno per far partire la trattativa dei rinnovi contrattuali. E contiamo di arrivare a un primo accordo venerdì», spiega Pietro Di Fiore di Uil scuola. La partita economica è ovviamente quella più trasversale: solo con la presenza di risorse adeguate – dicono i sindacati – si potranno poi discutere anche le altre questioni. Entrando, così, nello specifico dei diversi settori. Per le superiori, ad esempio, c’è anche l’alternanza scuola-lavoro. Con gli insegnanti che vorrebbero che fosse riconosciuto il tempo speso nell’organizzazione delle varie attività. Ma il vero problema riguarda appunto l’orario di lavoro. Per gli insegnanti, si sono aggiunti una serie di obblighi, in crescendo negli ultimi dieci anni. Sempre di più, per gli insegnanti il lavoro in classe rischia di diventare solo una piccola parte della propria attività a scuola.

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