02 marzo 2019 – Corriere del Trentino
Scuola, pensionamenti in calo «Quota 100» snobbata dai prof. Chiusa la finestra per presentare domanda. Sono circa 200: 46 in meno del 2018
Dopo aver istruito a dovere generazioni di scolari per molti insegnanti è tempo di andare in pensione e lasciare spazio alle nuove leve. Ma nonostante la possibilità di anticipare i termini grazie alla quota 100, in Trentino il turnover del prossimo settembre non si prospetta superiore rispetto agli anni scorsi, anzi. Per il personale della scuola (docenti, educatori, personale tecnico-amministrativo) e per i dirigenti scolastici si sono chiusi giovedì i termini per la presentazione delle domande di dimissioni volontarie dal servizio con quota 100, ossia per usufruire dell’uscita anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi, con decorrenza dal 1° settembre 2019.
E se a livello nazionale i dati fanno pensare a un turnover complessivo (pensione regolare e anticipata) attorno alle 40mila unità tra personale della scuola e dirigenti scolastici — con conseguente emergenza per le coperture — in Trentino la situazione appare ancora sfumata. In attesa di dati certi sul numero complessivo di pensionamenti nel reparto scuola — e quindi sul numero di posti vacanti a settembre — le ipotesi fanno pensare a una situazione inversa rispetto a quella nazionale, con un numero di pensionamenti in linea se non addirittura inferiore rispetto agli anni scorsi, quando la possibilità della quota 100 non c’era. Si prospettano difatti circa 200 pensionamenti complessivi al 1° settembre 2019, quando sono stati 246 nel 2018, 227 nel 2017 e 170 nel 2016. «Purtroppo per i precari e per i pensionandi la situazione appare questa» afferma il segretario provinciale Uil Scuola Pietro Di Fiore: «Non abbiamo ricevuto dati dall’amministrazione sui pensionamenti ma hanno parlato di meno della metà delle domande dell’anno scorso. Il nostro patronato comunque — continua Di Fiore — per quanto riguarda il solo comparto scuola ha gestito 52 domande di richiesta di pensione anticipata con quota 100 e 10 domande con l’opzione donna».
Sono cifre ancora più basse quelle fornite da Cisl Scuola: «Attualmente da noi — spiega la segretaria Stefania Galli — sono state presentate solo una decina di domande di pensione anticipata con quota 100; tantissime persone hanno preso appuntamento per chiedere informazioni in merito a questa possibilità e capendo che la prospettiva era una liquidazione ritardata molti hanno preferito aspettare e valutare se non fosse più conveniente lavorare ancora qualche anno per uscire senza decurtazioni e con una liquidazione regolare». Lo stesso timore è stato registrato anche da Cinzia Mazzacca, segretaria Flc Cgil: «Molti insegnanti, nonostante fossero in possesso dei requisiti per quota 100, hanno preferito non presentare le dimissioni, rimandando magari il tutto al prossimo anno».
Scarica il pdf: scuola ART 020319
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