10 agosto 2021 –  l’Adige

«Scuola, sospensioni inaccettabili». I sindacati contro il green pass obbligatorio: chiediamo un ripensamento

I sindacati della scuola di Cgil, Cisl e Uil non sono disposti ad accettare che siano previste sanzioni, come la sospensione senza stipendio, per chi -insegnanti, bidelli e impiegati di segreteria -si presenta al lavoro sprovvisto di green pass. E sia a livello nazionale che provinciale si stanno mobilitando per ottenere la modifica del decreto del governo Draghi che entra in vigore dal primo settembre e che ritengono inaccettabile.
«Insieme agli altri sindacati confederali -spiega Cinzia Mazzacca (nella foto), segretaria provinciale della Cgil Scuola, -abbiamo chiesto un incontro urgente a livello nazionale auspicando un ripensamento, e anche qui, al presidente della Provincia e all’assessore all’istruzione, Mirko Bisesti, perché il decreto lascia degli spazi per indicazioni diverse che si potrebbero adottare in Trentino. Quello che non si può accettare è la sanzione, in particolare in una situazione come è quella trentina, in cui la percentuale di vaccinati tra il personale della scuola è alto e anzi pensiamo che sia sottostimato».
«Ha fatto molto girare le scatole -sottolinea infatti la sindacalista della Cgil -la lettera che la Provincia ha deciso di mandare a tutto il personale della scuola, come una sorta di richiamo, anche a chi si è già vaccinato, soprattutto perché nella primavera scorsa, tra marzo e aprile, mentre nelle altre Regioni si era mantenuta una corsia prioritaria per il personale della scuola nella campagna vaccinale, in Trentino, invece, si era deciso di non dare questa priorità. Quindi c’erano molti insegnanti che chiedevano di essere vaccinati e allora non hanno potuto farlo. A giugno, con la fine della scuola, molti che risiedono in altre regioni, sono tornati a casa e magari si sono fatti vaccinare in un’altra regione. Chiediamo che vengano considerati anche questi dati, che temiamo non siano stati ancora calcolati. Per questo pensiamo che la percentuale di chi si è già vaccinato sia più alta di quella indicata dalla Provincia».
L’ultimo dato comunicato al commissario straordinario per l’emergenza dice che mancano ancora all’appello 2.999 persone (senza nemmeno una dose) su 13.000, ovvero poco più del 23%.
«Noi stiamo raccogliendo la preoccupazione in particolare di chi -fa presente Mazzacca -fino ad ora non si è vaccinato per problemi di salute, magari relativi alla coagulazione del sangue o problemi cardiaci e leggendo le controindicazioni hanno preferito non vaccinarsi. Quindi visto che la grande maggioranza del personale scolastico è vaccinato o si sta vaccinando, perché non prevedere precauzioni aggiuntive in considerazione della minima parte che non intende vaccinarsi? Ad esempio prevedere mascherine Ffp2, oppure proporre di fare il tampone invece che ogni due giorni ogni 15 giorni, come per il personale delle Rsa, e gratuiti, oltre a un tracciamento rigoroso dei casi positivi».
«Noi siamo arrabbiatissimi -esordisce Pietro Di Fiore, segretario provinciale della Uil Scuola, -perché ci sembra un provvedimento al ribasso con cui il Governo non si prende responsabilità, perché con il green pass è come se di fatto avesse previsto l’obbligo vaccinale per il personale della scuola, senza però assumersene la responsabilità. Come Uil attiveremo tutti gli strumenti legali a livello nazionale per contrastare una norma che riteniamo sbagliata e stiamo pensando di organizzare anche delle forme di disobbedienza civile come forma di protesta. Ad esempio, c’è l’idea di prenotare la vaccinazione, per chi non è ancora vaccinato, e presentarsi dichiarando la disponibilità ad essere vaccinati ma rifiutando di firmare la liberatoria per fare risaltare l’iniquità del provvedimento, non perché siamo contrari alla vaccinazione, anzi. Abbiamo fiducia nella scienza». La Uil Scuola sta anche valutando di organizzare una protesta per il primo giorno di scuola: «L’idea è di chiedere a tutto il personale si presentarsi senza green pass». Di Fiore boccia questa scelta di introdurre un «obbligo surrettizio, considerando che non può essere una reale alternativa quella di farsi il tampone ogni due giorni, né si può pensare che nella scuola lavorino ricconi che possono permettersi di restare senza stipendio».
«Dalla Provincia -prosegue il sindacalista della Uil -ci aspettiamo che visto che il decreto si applica dal primo settembre si preveda almeno una fase transitoria». Anche la Uil ritiene infatti che la Provincia di Trento, nella sua autonomia, possa applicare diversamente le disposizioni nazionali. E il fatto che il governatore Maurizio Fugatti non abbia ancora firmato l’ordinanza per il recepimento del decreto lascia sperare in qualche novità.

 

Scarica il pdf: ADIGE scuola ART 100821