22 maggio 2017 – Trentino
Secessione, la Convenzione va a pezzi
Sindacati, Corrarati (Rete economia), Bizzo e Dello Sbarba contro l’alleanza tra Svp e destra: no a quel documento
Il diritto all’autodeterminazione manda in frantumi la Convenzione dei 33 sulla proposta di revisione dello Statuto di Autonomia.
I lavori si erano infilati da subito su due binari non comunicanti. L’atto finale lo suggellerà. È un caso politico, perché, salvo sorprese, la Svp si troverà sulla medesima riva del fiume della destra tedesca. Dall’altra parte un variegato mondo, che non si può definire solo «progressista» e tanto meno italiano, che va dai sindacati, a Claudio Corrarati (presidente Cna), i Verdi, Roberto Bizzo del Pd e la vice presidente Laura Polonioli. Una parte di questo gruppo produrrà un proprio contro-documento, il resto non firmerà la proposta della Svp. Corrarati avverte: «Non rappresento me stesso, ma migliaia di persone dell’economia, che non hanno voglia di farsi prendere in giro». La Svp e il Pd provinciali cosa faranno?
I lavori proseguiranno fino a settembre (lo stop era previsto a giugno). Venerdì scorso, come riferito nei giorni scorsi, i 33 sono entrati nella fase finale di stesura del documento con le proposte di revisione dello Statuto. Il clima era già teso per le indiscrezioni sul documento, tuttora riservato, che la Svp ha elaborato con una lista della spesa da autonomia integrale: stop al Commissariato del governo e svuotamento della Regione. A fine serata, chi c’era ha annunciato: spaccatura definitiva. La riunione di venerdì ha lavorato sul preambolo, cioè il «cappello» del documento finale. La destra tedesca si è schierata con il preambolo di Christoph Perathoner (Svp), che oltre a ripercorrere la storia dell’autonomia, ha aggiunto un riferimento al riconoscimento del diritto internazionale all’autodeterminazione e alle radici ebraico-cristiane.
LO STRAPPO DEI SINDACATI. Cgil, Cisl e Uil in dicembre erano a un passo dall’abbandono della Convenzione. Hanno deciso di restare, ma venerdì Laura Senesi, loro rappresentante, si è schierata contro il preambolo e Toni Serafini (segretario Uil) annuncia: «visto come si stanno mettendo le cose, non parteciperemo al documento di maggioranza». I sindacati diranno la loro nelle prossime settimane. Serafini anticipa un giudizio tombale: «La Convenzione è una occasione perduta. Un esperimento di partecipazione fallito dall’inizio: non puoi lasciare la discussione spalancata su tutto. Stiamo parlando delle regole dell’autonomia, non di giardinaggio. Surreale avere inserito il richiamo all’autodeterminazione: riprendere simili temi non è solo stare fermi, ma andare indietro invece di pensare a una Europa moderna. E non si dica che il dissenso è degli “italiani”, troppo comodo. I nostri tre sindacati sono interetnici».
LA RABBIA DELL’ECONOMIA. Duro Claudio Corrarati, che nella Convenzione rappresenta Rete Economia (Cna, Confesercenti, Legacoop e Confcoop): «Autodeterminazione? È tempo che la Svp esca allo scoperto. È questo il suo obiettivo politico reale? Lo si dica, così ci guardiamo tutti in faccia. Pensavo di essere lì per discutere di una autonomia più moderna, non di secessione». Corrarati accusa: «La politica di governo, Svp e Pd, ci ha lasciato lavorare per mesi disinteressandosi di tutto. Ora iniziano a trapelare i documenti e quello della Svp non mi piace per nulla. Brutti i contenuti e sbagliato il metodo: non si prendono in giro così le persone, che per mesi hanno speso il proprio tempo». IL NO DI BIZZO. Dalla sua nicchia di minoranza del Pd, anche Roberto Bizzo venerdì si è schierato contro il documento di Perathoner: «Se va avanti così, ci sarà una relazione di minoranza, con buona pace di chi nel mio partito vuole governare a tutti i costi con la Svp. La convivenza non è un preambolo scritto dalla Svp e calato sulla testa degli altri. Nel suo documento ci sono passaggi condivisibili, ma il riferimento all’autodeterminazione è un passo falso totale e nel testo ci sono “dimenticanze” di peso. Non viene citata la Costituzione italiana, grazie alla quale è nata l’autonomia».
L’ANALISI DI DELLO SBARBA. Nel suo diario sul Konvent, Dello Sbarba riassume: «Il ponte verso gli Schützen era da sempre la linea di Durnwalder durante i lavori, opposta a quella di Kompatscher. Il “vecchio” l’ha spuntata ancora». Poi insinua un dubbio: qual è l’obiettivo di questo passo? «Questo testo non sarà mai condiviso da Trento. E dire a Roma che siamo per l’autodeterminazione è una pietra tombale sulla nostra credibilità verso il Parlamento e il governo». L’ala moderata della Svp è stata silente venerdì, aggiunge Dello Sbarba, ed è stata liquidata l’obiezione di Esther Happacher, «la costituzionalista di Innsbruck su cui Kompatscher ripone la sua assoluta fiducia, che ha chiesto “vogliamo uno Statuto solo per Bolzano o anche per i trentini?».
Scarica il pdf: secessione ART 220517
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