11 maggio 2021 –  Corriere del Trentino

Seconde dosi, Trento ultima all’8,3% «Ma noi immuni prima degli altri»

TRENTO Per un territorio collocato in cima alle classifiche nazionali per vaccini fatti agli anziani accettare l’ultimo posto sulla somministrazione delle seconde dosi può essere difficile. In Trentino infatti solo l’8,3% della popolazione risulta immunizzato ossia ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino. Ma non è un controsenso, ci tengono a precisare Provincia e Azienda sanitaria: «Aver scelto di spostare le seconde dosi a 42 giorni ha prodotto questo risultato. Ma siamo un modello, ci è stato riconosciuto dalla comunità scientifica» spiega Giancarlo Ruscitti dirigente del dipartimento Salute della Provincia di Trento che apre alle prossime tappe della campagna vaccinale: «Il commissario Figliuolo ha sollecitato i territori a riprendere con gli insegnanti, ora dobbiamo riprogrammare questa categoria.
I dati
I numeri vanno interpretati questo è chiaro. Ma aver immunizzato «solo» l’8,3 per cento della popolazione, quando tutte le altre Regioni superano il 10 (in testa la Liguria con il 16,1% di seconde dosi effettuate stando ai dati Ministero della salute, rielaborazione di Gedi visual) sembra pochino per una Provincia che vanta una macchina organizzativa sempre efficente in questa campagna vaccinale. Ma per Ruscitti è un dato logico, frutto «della dilazione delle seconde dosi da 21 a 42 giorni. Da qui a metà giugno torneremo a essere virtuosi anche su questo come lo siamo già per le prime dosi dei soggetti più a rischio». Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Ferro, direttore sanitario e responsabile del dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria. «Io sono molto felice che sia così, siamo primi nella somministrazione della prima dose alle fasce di popolazione più a rischio». E questa strategia, secondo i vertici della sanità trentina, non porterà a dei ritardi nel raggiungimento dell’immunità di gregge, anzi. «Ci arriveremo un mese prima degli altri» garantisce Ferro, che però non si sbilancia nell’individuazione di una data per il fatidico obiettivo. Il modello è quello mutuato dalla Gran Bretagna e da Israele «dove si è visto — gli fa eco Ruscitti —come già con la prima dose ci fosse una buona copertura e un buon livello di protezione».
La scuola
L’interrogativo ora è a chi tocchi dopo appunto i soggetti più fragili. La campagna vaccinale ha subito numerose variazioni in corsa e dunque nulla può essere dato per definitivo e certo, ma stando alla circolare diramata da Figliuolo ai territori nel fine settimana prima dei quarantenni bisognerà chiudere le vaccinazioni agli insegnanti.«È un’indicazione che ci è stata da Roma e noi ci atteniamo attentamente a quanto ci viene indicato. Quindi direi che prima vengono gli insegnanti, dare loro una risposta è una nostra priorità» garantisce Ferro. «Abbiamo un incontro con gli informatici per capire se e come si riescono a recuperare le prenotazioni annullate, poi potremo dare più certezze sulle date». Difficile dire dunque ora se ci sarà posto contestualmente anche per la coorte di chi ha tra i 45 e i 49 anni oppure se questi dovranno attendere ancora un po’. «È vero — ragiona Pietro Di Fiore segretario della Uil scuola — che a oggi abbiamo comunque una buona copertura del corpo docente, perché parte è stato vaccinato prima dello stop e parte con le classi di età visto che metà degli insegnanti hanno più di 50 anni». Restano però una categoria da tutelare, secondo Cinzia Mazzacca, alla guida della Flc Cgil: «Riprendere subito è cruciale, questo è un momento delicato — afferma — per il mondo della scuola, perché ammalarsi ora per un docente significa, ammesso che si riesca a sostituirlo affidare tutta la fase degli scrutini a un supplente. Spero potremo avere presto delle risposte».
Il documento
Intanto il fronte della scuola è in fibrillazione. Ad aggiungere carne al fuoco già ben alimentato dalla protesta di insegnanti e sindacati sulla apertura delle materne a luglio, le istanze messe sul tavolo dal Consiglio del sistema educativo alla quinta commissione permanente ieri mattina. La consultazione è la conseguenza della mozione presentata dal Consiglio stesso. «In un periodo di circa 15 mesi — spiegano nel documento consegnato ieri il presidente Giovanni Ceschi e il vice Maurizio Freschi— nessun parere obbligatorio pure previsto dalla norma è stato chiesto da questa amministrazione provinciale a fronte di decisioni importanti nè alcun riscontro è giunto ai due documenti indirizzati ai decisori politici e alle strutture tecniche. I consiglieri lamentano una sostanziale irrilevanza della propria funzione». Per questo il Consiglio chiede in futuro che assessorato e dipartimento istruzione chiedano il parere del Consiglio sulle questioni educativo-scolastiche. Ed è entrato poi nelle questioni scottanti, dalle materne a luglio ai vaccini fino agli organici: «Bisesti sostiene che la giunta abbia stanziato 45 milioni per la scuola, ma dal comunicato della Provincia di inizio anno l’incremento delle risorse al settore scolastico era di 16 milioni».Se l’investimento di 45 milioni è triennale, sostengono i consiglieri, ci sarà posto anche per mantenere le classi e gli organici .

 

Scarica il pdf: vaccini scuola ART 110521 2 (1)