Il T – 03 giugno 2023
Sicurezza e lavoro, poche idee e pochi fatti
Nulla di nuovo e positivo all’orizzonte. L’aggiornamento nazionale dei dati Inail sugli infortuni
e i morti sul lavoro, dei primi 4 mesi di quest’anno, fotografa una realtà purtroppo già nota e con numeri in costante aumento sia sul versante degli infortuni mortali sia su quelli in itinere. Siamo in presenza di 264 denunce di infortunio mortale, con una media mensile di 66 vite perse sul lavoro. Guardando i settori, il maggiore incremento si è avuto nel trasporto, magazzinaggio e nel commercio, ma anche tra i soggetti più vulnerabili, per provenienza geografica o classe d’età. Si sono registrate 10 denunce di infortuni mortali in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tra le lavoratrici e i lavoratori extra UE, e la fascia di età maggiormente interessata dagli infortuni mortali è stata quella degli over 50, che assorbe oltre il 60% delle denunce. Non smetteremo mai di ripetere quanto sia fondamentale un cambio culturale sul tema della salute e sicurezza sul lavoro, che passa inevitabilmente per maggiore prevenzione, formazione e controlli ispettivi su cui continuiamo a chiedere un impegno politico serio che metta al centro una strategia di azione mirata. La Uil chiede l’istituzione di una Procura nazionale contro i morti sul lavoro e l’introduzione del reato specifico di «omicidio o lesioni sul lavoro», alla stregua dei già esistenti «omicidio stradale» e «omicidio nautico». E se a livello statale non sembra esserci ancora alcuna proposta concreta, anche a livello provinciale siamo fermi alle promesse dell’Assessore Spinelli ed a numeri leggermente calanti (-8%), ma sempre inquietanti, di 2527 infortuni e di 2 vittime nei soli primi 4 mesi del 2023. Nel Bilancio licenziato a fine 2022 mancavano ancora a bilancio precisi stanziamenti
di risorse per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, rinvenienti dalle sanzioni pagate dalle aziende per le tantissime multe e contravvenzioni elevate ai sensi delle leggi 689/81e 758/94 dagli organi di controllo, stimabili per l’ultimo anno in circa 750.000 euro. La stessa omissione di stanziamento la riscontriamo nella variazione di bilancio delle settimane scorse. La richiesta di stanziamento a Bilancio è suffragata dagli atti del Consiglio Provinciale del giugno del 2021: la proposta di risoluzione n 106 delle opposizioni collegata alla Comunicazione 38/XV dell’Assessore Spinelli in cui si prendeva atto e si dichiarava finalmente di ottemperare anche in Trentino da quanto disposto dalla legge 81/2008. Essa prevede appunto che tali risorse debbono rientrare nel circolo positivo dei progetti e dei finanziamenti per la formazione e l’addestramento, di
eventi tematici ed ammodernamento di attrezzature e strumenti per i professionisti della sicurezza sul lavoro. Le risorse provinciali finite indistintamente nei conti della Sanità trentine per decisione di tutte le giunte provinciali al governo dal 2008 al 2021 ammontano a quasi 10 mln di Euro. Il Sindacato chiede che almeno i più dei 750.000 euro delle sanzioni 2022 vengano finalmente stanziate per la prevenzione, la promozione e perché no, in parte ragionevole, anche per premiare quelle aziende che mettono anche la sicurezza sul lavoro fra le priorità aziendali e su di essa investono, concertando le misure con le proprie maestranze. Come UIL trentina continuiamo inoltre a chiedere, con quelle risorse, di integrare le carenze di organico degli uffici preposti alla repressione e prevenzione dei rischi sul lavoro e di creare nuclei specialistici tecnici del Corpo Forestale della Provincia, proprio per meglio monitorare e prevenire gli infortuni nel settore agroforestale, ovviamente assumendo, formando e specializzando nuovi agenti a questi incarico, come peraltro già attuato con i «forestali» statali transitati nell’Arma dei Carabinieri. E va avviata dall’Assessorato al Lavoro ed alla Salute una campagna in sinergia col Dipartimento dell’Istruzione per inserire il tema della sicurezza anche nei programmi scolastici, sin dalla scuola materna e primaria. Ci stiamo avviando verso una campagna elettorale provinciale; ci auguriamo che fra gli impegni che tutte le forze politiche in campo proporranno a elettori ed elettrici ci sia anche un impegno a lavorare e governare per avere, come lo slogan della UIL auspica. «Zero morti sul lavoro». Un appello quindi a far sì che dalle chiacchiere si passi ai fatti, che nessuno può esimersi dal lavorare per la vita e per evitare che qualcuno, quella vita, la perda sul lavoro.
*segretario generale Uil
Scarica il pdf: IL T sicurezza ART 030623
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