Corriere del Trentino – 20 ottobre 2022
Sicurezza, imprese sotto accusa«Cinque mesi per un confronto»
TRENTO Cinque mesi per aprire un confronto con il coordinamento provinciale degli imprenditori. «Questo è significativo di quanto alle imprese trentine interessi il tema della sicurezza sul lavoro», tuonano i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che ieri mattina si sono riuniti con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, Rls e Rlst (quelli territoriali), in vista della manifestazione nazionale unitaria di sabato, organizzata per «fermare le stragi sul lavoro».
L’attacco dei sindacati trentini affonda le radici allo scorso 8 giugno, il giorno in cui gli Rls e gli Rlst avevano votato un documento di priorità sulla sicurezza sul lavoro. Un testo a cui, stando a quanto riferiscono le tre sigle, il coordinamento provinciale degli imprenditori ha risposto solo in questi giorni. Non solo in grande ritardo, ma i rappresentanti delle categorie hanno fatto sapere che non fisseranno alcun incontro prima di novembre.
Un atteggiamento considerato inaccettabile dalle organizzazioni confederali, visto anche che in Trentino da gennaio ad oggi si sono registrati 12 incidenti mortali sul lavoro. Seicento quelli rilevati a livello nazionale. Per quanto riguarda il totale degli infortuni, in provincia di Trento si segnala un incremento del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «I numeri dimostrano con chiarezza l’urgenza di intervenire, ma al di là di impegni verbali abbiamo ottenuto molto poco sia dalla giunta provinciale sia dalle imprese — commentano i sindacalisti Manuela Faggioni (Cgil), Katia Negri (Cisl) e Alan Tancredi (Uil), presenti ieri nell’assemblea che ha visto anche il collegamento da remoto dei referenti nazionali per la sicurezza sul lavoro — Nessun concreto aumento del personale degli enti ispettivi per migliorare i controlli, poca sensibilità al tema degli incentivi selettivi per le imprese virtuose, seppur qualcosa si è inserito nella riforma della legge 6 (quella sull’economia, ndr ). Nessun passo avanti sui rappresentati dei lavoratori per la sicurezza territoriali (Rlst, ndr ) e intanto gli infortuni continuano a crescere».
Il timore dei sindacati è che il quadro possa solo peggiorare perché nei momenti di difficoltà «sia le imprese che i lavoratori sono pronti a rinunciare alla tutela della sicurezza o comunque ad abbassare l’attenzione pur di assicurarsi un lavoro. Se non rafforziamo adesso prevenzione e controlli — concludono i referenti di Cgil, Cisl e Uil — rischiamo di veder crescere ancora numeri già molto impegnativi per il nostro territorio».
Nel documento di giugno si chiedevano sostanzialmente due cose alle imprese: da un lato di includere la certificazione su Salute e sicurezza sul lavoro (Ssl) nelle strategie d’impresa, «non solo come valore etico, ma come fattore di sviluppo organizzativo e di vantaggio competitivo»; dall’altro di mettere a disposizione le risorse economiche per l’istituzione della figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rlst), in particolare nei settori più esposti come l’edilizia e l’agricoltura, utilizzando anche il sostegno degli enti bilaterali di comparto. Al settore dell’industria, più nello specifico, la sollecitazione è di «dare piena attuazione a quanto previsto dal “Patto per la fabbrica”, siglato ormai nel dicembre del 2018, in particolare per quanto riguarda l’istituzione della figura del Rlst per tutte le aziende associate, nelle quali non sia presente il Rls aziendale».
Scarica il pdf: sicurezza ART 201022 2
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