Sicurezza sul lavoro, serve l’impegno concreto di tutti
Cgil Cisl Uil ai capigruppo: “Servono più prevenzione e più controlli e per farli bisogna potenziare gli organi ispettivi. Troppo facile scaricare sul sistema pubblico le responsabilità di ritardi e scarsa azione”
Gli infortuni sul lavoro sono un’emergenza e nessuno, né imprese né istituzioni, si può voltare dall’altra parte. E’ per questa ragione che questa mattina Cgil Cisl Uil hanno organizzato un presidio sotto la sede del Consiglio provinciale e, successivamente, hanno incontrato i capigruppo di maggioranza e opposizione con il presidente Walter Kaswalder. All’incontro erano presenti anche il vicepresidente Mario Tonina e l’assessore al Lavoro, Achille Spinelli.
Cgil Cisl Uil, con i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, hanno per l’ennesima volta sollecitato un intervento incisivo sulla sicurezza sul lavoro. “Il primo messaggio che deve arrivare ad imprese e lavoratori è che nessuno deve accettare che si possa morire sul lavoro. Tutte le istituzioni devono dimostrare concretamente massima attenzione a questo tema e devo mettere in campo tutte le azioni possibili per prevenire e ridurre il numero di incidenti. Serve un forte impegno comune di fronte all’aumento dei casi certificato dall’Inail”.
I sindacati chiedono di agire in tre direzioni. In primo luogo potenziare, formazione, prevenzione e controlli. “E’ difficile pensare ad un sistema di monitoraggio capillare delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro quando il servizio lavoro ha meno di dieci ispettori attivi sul campo per 45mila imprese e quelli di Uopsal svolgono tutto il lavoro di supporto agli organi giudiziari. La Provincia stanzi risorse per potenziare gli organici”. In tal senso le tre sigle hanno suggerito di sfruttare in chiave di sicurezza anche le competenze degli agenti forestali con la costituzione di un nucleo specifico che potrebbe agire in sinergia con servizi ispettivi e forze dell’ordine.
Altro punto chiave è mettere in atto un sistema di incentivi pubblici che premi le aziende che applicano i contratti e rispettano le norme sulla sicurezza. “E’ un dato oggettivo che in situazioni di precarietà, irregolarità contrattuale e sfruttamento accadono più incidenti. E’ inaccettabile che chi sfrutta i lavoratori e non applica le regole possa beneficiare di contributi pubblici. La Provincia può e deve cambiare le regole. Sarebbe un valore aggiunto per la nostra Autonomia”.
Infine Cgil Cisl Uil continuano ad insistere sulla necessità di istituire i tutti i settori la figura del rappresentate per la salute e la sicurezza dei lavoratori territoriale. “L’89% delle aziende trentine ha meno di 9 dipendenti. In un quadro così polverizzato la figura dell’RLST sarebbe garanzia aggiuntiva per la tutela di chi lavoro e per le stesse imprese. Invece in molti settori, edilizia in primis, ci scontriamo da anni contro un muro”.
Dal canto suo l’assessore Spinelli ha ammesso di condividere le priorità indicate dai sindacati e ha ribadito che il tema della tutela della sicurezza è un obiettivo comune; ha però rimarcato a più riprese la difficoltà di mettere in atto in tempi rapidi risposte concrete per la lentezza con cui si muovano gli ingranaggi della pubblica amministrazione. Una spiegazione che ha suscitato la ferma reazione dei sindacati: “Se il sistema pubblico è in affanno, va potenziato e la scelta di farlo spetta alla Giunta investendo maggiori risorse. Basta puntare il dito sempre contro i dipendenti pubblici. Si faccia come nel resto d’Italia e si usino anche in Trentino le risorse del Pnrr per potenziare i servizi ispettivi. Scaricare su altri la responsabilità è troppo facile”.
Trento, 12 maggio 2022
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