01 maggio 2022 – l’Adige
Sicurezza sul lavoro, si deve fare di più
È il 14 dicembre 2021. Mancano solo undici giorni a Natale. Chissà se ci pensava Tania quando il suo braccio è rimasto incastrato nel macchinario che stava usando per distendere le pelli.
Chissà se in quei drammatici momenti, ad appena 22 anni, ha avuto la forza di immaginare ancora il suo futuro. O, come è più probabile, è solo stata travolta dall’atroce dolore e dalla terrificante paura. Quel che è certo è che di quella terribile mattina alla Conceria Vallarsa restano i fatti: in quello stabilimento si lavorava in condizioni simili alla prima metà del ‘900. Macchinari vecchi e per niente sicuri, calcinacci che venivano giù dal soffitto, ambiente umido a causa delle infiltrazioni di pioggia. A salvare la giovane operaia è stato solo l’intervento tempestivo dei colleghi e delle colleghe. Il sistema di sicurezza della macchina non si è attivato.Tania (il nome della lavoratrice non è quello reale, ma tutti i fatti a cui si fa riferimento sono realmente accaduti) è solo una delle 2.189 persone che hanno subito un infortunio sul lavoro, anche grave, in Trentino tra gennaio e marzo di quest’anno. Numeri in crescita rispetto al 2021. Numeri dietro cui ci sono anche storie più tragiche di quella di Tania, come è successo poche settimane fa ad Aldo e Sander che a casa dalle loro famiglie non sono più tornati.Nella giornata della Festa del Lavoro la tutela della vita e della sicurezza è la sfida grande che abbiamo di fronte. Una vera e propria lotta contro l’incuria, il mancato rispetto delle regole, le condizioni di precarietà e pressione in cui si trovano ad operare ancora lavoratrici e lavoratori. Perché se morire di lavoro è inaccettabile è altrettanto inaccettabile solo pensare che gli infortuni avvengano per tragica fatalità.Anche la Conceria Vallarsa ha probabilmente beneficiato degli sgravi Irap dalla Provincia. Questi sarebbero dovuti servire in primo luogo ad investire, magari proprio per ammodernare gli strumenti di lavoro. Invece, come sembra, la macchina su cui lavorava Tania era vecchia e non adeguata. E nessuno ha controllato.Se veramente vogliamo arrivare ad un punto di svolta sulla sicurezza sul lavoro è necessario che tutte le politiche pubbliche e gli investimenti privati siano focalizzati sulla sicurezza e che gli incentivi siano realmente selettivi. In tutti i settori, dall’edilizia all’agricoltura, dall’industria al turismo. Non bastano le buone intenzioni. Si devono vincolare sgravi e sostegni al rispetto di standard più elevati di sicurezza, anche attraverso meccanismi di certificazione che già esistono e che nella maggioranza dei casi le aziende trentine non adottano.Certamente serve maggiore formazione e prevenzione, ma la prevenzione si fa anche andando sui cantieri, dentro le fabbriche, lì dove i lavoratori e le lavoratrici operano ogni giorno pressati dall’urgenza di rispondere alle commesse in tempi sempre più rapidi perché l’economia corre ed è difficile resistere alla tentazione di assecondare questa corsa, costi quel che costi. Per questa ragione restiamo convinti che non c’è vera prevenzione senza un sistema efficace di controlli. Per questo chiediamo che vengano rafforzati gli organici del Servizio Lavoro.Serve un’autentica assunzione di responsabilità. Da parte delle imprese e del decisore politico. Un tassello fondamentale in questa partita è rafforzare la capacità contrattuale, favorendo la diffusione delle figure dei responsabili dei lavoratori per la sicurezza in tutti i settori.Da anni insieme alle categorie battiamo su questo punto, ma abbiamo incontrato forti resistenze tra i datori di lavoro. Un passo avanti significativo, dopo l’artigianato, è stato fatto nel commercio e recentemente anche nel turismo. In edilizia e nel porfido, invece, ci si scontra con un vero e proprio muro di gomma. E lo stesso vale per il settore agricolo. E in tutto questo ad aprile, in due giorni il Trentino ha contato due morti sul lavoro, Aldo e Sander appunto. In un bosco e in cantiere edile.In questo quadro è ingiustificabile l’inerzia della Giunta provinciale non solo sul tema sicurezza, ma anche su quello del rispetto dei contratti. Da mesi chiediamo invano di sostenere la contrattazione a tutti i livelli, subordinando gli incentivi pubblici alle imprese al rispetto dei contratti firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Perché è realtà che dove le condizioni di lavoro sono peggiori, le retribuzioni più basse, maggiore la precarietà si alza anche il rischio di infortuni. Perché se fai leva sul bisogno delle persone le spingi ad accettare anche condizioni inaccettabili.Per questo ci attendiamo una scelta di campo, da parte della Giunta e delle imprese. Non aspettiamo l’ennesimo tragico avvenimento per esprimere sconcerto. Agiamo adesso.
Andrea Grosselli, Michele Bezzi, Walter Alotti
Segretari generali Cgil, Cisl e Uil del Trentino
Scarica il pdf: ADIGE 1 maggio sicurezza ART 010522
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