17 aprile 2022 – l’Adige
Sindacati contro la Provincia «Infortuni, serve fare di più»
«Morire sul lavoro non è accettabile. E ancora di più non sono accettabili il fatalismo e l’inerzia con cui la giunta provinciale assiste a queste tragedie nonostante le ripetute denunce di Cgil Cisl Uil del Trentino. Il silenzio dell’assessore provinciale al lavoro Achille Spinelli è incomprensibile».
La denuncia del segretario generale della Cgil del Trentino Andrea Grosselli è netta e arriva dopo l’invio di una lettera alla Provincia con la quale Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al più presto un incontro per fare il punto su ciò che non va, dopo la serie di infortuni sul lavoro mortali.
La lettera è stata inviata l’altro ieri, dopo l’ennesimo dramma, la morte di Sander Cerri in un cantiere di corso Buonarroti. «Abbiamo preso carta e penna ha proseguito Grosselli in un posto su Facebook -per reclamare subito un’azione straordinaria da parte della Provincia. Non è più possibile stare fermi in attesa di piangere il prossimo morto».
Grosselli entra poi nel dettaglio: «La sensazione, sgradevole, è che la giunta stia guardando con fatalismo a questa serie di eventi. Fatta delle tragedie, ma anche dei tanti infortuni non mortali, ma sempre gravi, che avvengono quotidianamente. Crediamo serva fare di più, ad esempio premiando le aziende virtuose con sgravi a fronte di certificazioni qualora una realtà abbia standard di sicurezza superiori a quelli previsti dalla legge. Serve sostenere maggiormente le strutture di Servizio Lavoro e Uopsal, sgravandoli ad esempio di incarichi che sottraggono tempo alle verifiche sui luoghi di lavoro o potenziandone il personale. Le misure da adottare per fare di più ci sono e non agire e stare in silenzio non è accettabile. Ora attendiamo, quanto prima, una risposta».
Nel frattempo, è ancora tempo di dolore e lacrime. Quelli per Sander Cerri. Il cui sogno è stato spezzato assieme alla sua vita. L’operaio trentanovenne morto venerdì all’ospedale Santa Chiara, dopo essere stato travolto da un muro in un cantiere di corso Buonarroti, voleva che la moglie e la figlia di cinque anni potessero raggiungerlo in Italia al più presto. Per questo Sander Cerri lavorava senza risparmiarsi. L’Italia e il Trentino li aveva raggiunti nel febbraio del 2019, con un visto come lavoratore agricolo. Una prima strada imboccata per lavorare nella terra in cui vivevano già numerosi familiari e amici. Qui, dopo essersi trasferito in Piana Rotaliana, aveva lavorato come stagionale in campagna, poi come piastrellista, prima di tornare in Albania per un periodo da trascorrere vicino alla sua famiglia. Qualche mese fa il ritorno in Trentino, per lavorare come operaio edile, con la ditta di quello che prima che essere un titolare era un amico, Daniele Bert. Dopo la pausa invernale, da qualche settimana aveva firmato un nuovo contratto, con la Leg costruzioni.
Il suo sogno era quello di proseguire stabilmente nel ramo edile e poter così presto far arrivare in Piana Rotaliana la moglie e la figlioletta. Un obiettivo che Sander Cerri non potrà più inseguire.
Già nella giornata di venerdì, dopo aver appreso della scomparsa del figlio, il padre del trentanovenne, che era nato a Durazzo e a dicembre avrebbe compiuto quarant’anni, è subito partito alla volta dell’Italia: Fran Cerri ieri ha potuto abbracciare i familiari residenti in Rotaliana e ieri pomeriggio ha raggiunto le camere mortuarie dell’ospedale Santa Chiara, dove la salma è stata messa a disposizioni dei cari del trentanovenne. L’autorità giudiziaria, una volta accertate le cause del decesso, non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia.
I parenti dello sfortunato operaio hanno deciso di celebrare le esequie di Sander Cerri in Albania e sarà necessario per questo attendere che vengano sbrigate tutte le pratiche per il
trasferimento della salma che non lascerà il capoluogo prima di martedì, anche per la concomitanza delle festività pasquali.
Per sostenere la famiglia di Sander Cerri e contribuire anche alle spese per far arrivare il feretro in Albania, l’associazione culturale albanese del Trentino Alto Adige “Madre Teresa” ha deciso di aprire una raccolta fondi: le offerte saranno raccolte in un conto corrente intestato al padre dell’operaio, facendo riferimento all’Iban IT 57H0359901899083048543082.
Scarica il pdf: ADIGE infortuni ART 170422
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