12 marzo 2022 – Corriere del Trentino

Sindacati, la raccolta fondi per i profughi: lavoratori, imprese, istituzioni in campo

Non si può essere neutrali davanti all’invasione in Ucraina. Nulla giustifica bombe, assedio, occupazione delle città.
Nulla giustifica l’esodo di oltre due milioni di profughi in pochi giorni per un intervento armato che Mosca si ostina a chiamare «operazione speciale», invece di usare il suo vero nome: guerra. Abbiamo il dovere della solidarietà. Per questo Cgil Cisl Uil del Trentino hanno promosso, insieme alle associazioni datoriali e alle istituzioni locali, una raccolta di fondi tra le lavoratrici e i lavoratori e le imprese a favore della popolazione ucraina. Un dovere perché la pace tra i popoli è il bene supremo dell’umanità ed è stata calpestata senza pietà dal governo autocratico di Vladimir Putin. Tutti i popoli debbono poter vivere insieme in sicurezza e l’esercito russo ha negato alla popolazione ucraina questo diritto chiudendo le porte alla diplomazia. Tutti i popoli debbono essere liberi di scegliere i propri destini e le proprie forme di governo mentre il Cremlino cerca di instaurare in Ucraina, anche a costo di contare migliaia di vittime tra i giovani soldati russi, tra la resistenza ucraina e tra i civili, un regime antidemocratico e dispotico come nella vicina Bielorussia. Il tutto senza che nessuno abbia attaccato o minacciato la Russia: né la Nato, né l’Unione Europea, né l’Ucraina. Anzi sta accadendo esattamente il contrario, visto che la Russia usa la minaccia estrema, quella dell’intervento nucleare, per portare a compimento il suo disegno. Se si vuole davvero ricostruire la pace, bisogna partire da qui. Bisogna rifiutare ogni ambiguità e guardare in faccia la verità dei fatti oltre ogni propaganda o ideologia, denunciando la tentazione giustificazionista rispetto a quanto programmato e deciso dalle autorità di Mosca con cinismo e spietatezza, dopo settimane di menzogne.
Come ha ribadito la Confederazione Europea dei Sindacati l’esercito russo deve ritirarsi dall’Ucraina e fino ad allora bisogna mantenere la pressione su Bruxelles affinché intraprenda tutte le azioni necessarie contro il governo russo per porre fine alla guerra, sostenere tutti i profughi e fornire protezione sociale alle persone ancora in Ucraina. Non basta oggi essere contro la guerra. Bisogna costruire la pace che è possibile e solida davvero solo quando si fonda sulla sicurezza dei cittadini, sulla democrazia e sulla giustizia. Bisogna essere accanto, senza se e senza ma, al popolo e alla nazione ucraina che resistono all’invasione dell’esercito russo. È un loro diritto farlo e un nostro dovere supportarli. Lo sancisce la Carta delle Nazioni
Unite che riconosce il diritto naturale all’autodifesa individuale o collettiva, nel caso abbia luogo un attacco armato contro uno stato membro dell’Onu, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. La diplomazia deve essere la via maestra per risolvere il conflitto e ridurre le perdite di vite umane: questa strada va perseguita con tenacia, accanto all’accoglienza dei profughi. Fino a quando però la diplomazia non prenderà finalmente il posto delle armi, finché l’esercito russo non metterà fine ai bombardamenti, all’occupazione e alle violenze, la Resistenza del popolo ucraino è e deve essere la nostra resistenza. Oggi non possiamo abbandonare gli uomini e le donne ucraine che giustamente guardano a noi, cittadini dell’Unione Europea, come unico supporto al proprio desiderio di pace e democrazia. Dobbiamo accoglierli, dobbiamo ascoltarli, dobbiamo aiutarli. Lo abbiamo fatto a Trento promuovendo insieme al Forum per la Pace il presidio di piazza Dante del 26 febbraio per dare voce e spazio per prime alle tante donne ucraine che vivono e lavorano in Trentino. È quello che faremo fin da subito sostenendo la raccolta di fondi tra le lavoratrici e i lavoratori della provincia per sostenere i rifugiati. Abbiamo davanti a noi, dopo due anni di pandemia, un nuovo periodo di sacrifici, sofferenza e di crisi. Ma non possiamo esimerci dalla solidarietà concreta e fattiva, perché, oggi più che mai, l’Ucraina è Europa.
* Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil del Trentino

 

Scarica il pdf:aiuti ART 120322 2