03 luglio 2019 – Corriere del Trentino

I sindacati:  «Residenza, requisiti diversi. Districarsi sarà un rebus»

«Gli interventi sono mal congegnati. Per questo chiediamo a Fugatti di lasciare da parte la propaganda e di sedersi attorno a un tavolo per verificare insieme strade alternative di sostegno alle famiglie». Di fronte alle misure contenute nella manovra di assestamento di bilancio, i sindacati puntano l’attenzione su quelle legate alla natalità. E confermano l’atteggiamento critico, indicando tre problemi. Il primo riguarda la decorrenza del bonus nascita. «Verranno “premiati” — scrivono Cgil, Cisl e Uil — solo i bambini nati a partire da gennaio 2020. Le famiglie con figli minori di tre anni nati prima di quella data non riceveranno nulla. La cosa è assurda perché i bambini e le loro famiglie dovrebbe essere uguali di fronte alle necessità di sostegno». Il secondo problema riguarda l’assenza di un coordinamento tra contributi statali e provinciali. «In assenza di questo meccanismo di raccordo si rischia di fare un favore solo alle casse dello Stato, creando confusione nelle famiglie che hanno iscritto i figli al nido». Un rischio anche per chi beneficerà dei bonus provinciali: «Se infatti per tre anni queste famiglie potranno godere del nuovo assegno di natalità provinciale, queste stesse famiglie rischiano contestualmente di vedersi ridotti o addirittura di perdere gli assegni familiari Inps». Il terzo problema riguarda la soglia dello 0,40 di Icef. «Una gran fetta del ceto medio è escluso» fanno presente i sindacati. Che aggiungono: «Si rischia di creare un potente disincentivo a lavorare inducendo le famiglie a ridurre i propri redditi fino alla soglia Icef di 0,40». Infine il problema dei requisiti di residenza. Che se per il reddito di cittadinanza era di 10 in Italia e tre in Trentino, per le politiche della natalità sarà di dieci in Italia e 5 in Trentino. «Districarsi sarà un rebus».

Scarica il pdf: residenza ART 030719