28 settembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino

Società partecipate: stop agli integrativi

Ultimatum ai sindacati: per 700 dipendenti dal 31 dicembre scatterà il blocco dei rinnovi dei contratti di secondo livello

Il tavolo delle trattative era saltato in estate e la proposta avanzata da una parte dei lavoratori di un referendum sull’eventuale accordo è ormai affossata: il contratto integrativo unico che riguarda gli oltre 600 dipendenti delle società partecipate dalla Provincia non c’è e probabilmente non nascerà a breve. È delle scorse ore la comunicazione ufficiale firmata dal direttore generale Paolo Nicoletti e dal dirigente del Dipartimento organizzazione, personale e affari generali Luca Comper: l’invito agli enti strumentali è di «procedere alla disdetta o al recesso ai contratti collettivi di lavoro di livello diverso dal primo, con effetto dal 31 dicembre 2017, al fine di adeguarli alle disposizioni che stabiliscono a carico della Provincia obblighi di contenimento della spesa». Gli scontri sull’accordo e una politica del risparmio hanno portato i vertici della Provincia a questa decisione, che coinvolge oltre 600 dipendenti di Cassa del Trentino, Informatica Trentina, Itea, Patrimonio del Trentino, Trentino Network, Trentino riscossioni, Trentino Sviluppo, Trentino School of Management, Fondazione Demarchi, Fondazione Museo storico del Trentino, Fondazione trentina Alcide De Gasperi. In attesa di un contratto unico, i lavoratori si ritroveranno con meno soldi in busta paga, per effetto della disdetta dei contratti di secondo livello che rappresentano circa il 10% dello stipendio. Le società partecipate attualmente hanno in vigore diversi contratti nazionali e integrativi aziendali. La decisione della Provincia, che pur era nell’aria, ha comunque sorpreso dipendenti e sindacati. Ciò che è avvenuto è una sorta di azzeramento del confronto. Ma la palla ora dovrebbe tornare al centro. La discussione per definire il contratto unico per tutte le partecipare è partito più di un anno fa. In estate, in fase di definizione del confronto, l’ipotesi di accordo della Provincia non era piaciuta: il testo era stato inviato alle Confederazioni l’11 luglio «spacciandolo come definitivo e persino condiviso, trattabile solo nei dettagli, invitando le organizzazioni sindacali a sottoscriverso entro fine mese», come aveva evidenziato la Fiom-Cgil del Trentino denunciando che da parte della Provincia era mancato «il rispetto dei lavoratori».

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