Spazio Argento. In autunno parte la sperimentazione nel territorio valle dell’Adige
Oggi confronto tra sindacati e Comune di Trento. Cgil Cisl Uil alla Provincia: “servono più risorse per dare gambe al nuovo welfare ed è indispensabile coinvolgere il sistema sanitario”
La sperimentazione dello Spazio Argento, prenderà il via il prossimo autunno nel territorio Valle dell’Adige, dunque Trento, Aldeno, Garniga e Cimone. Lo annunciato questa mattina l’assessora Franzoia presentando a Cgil Cisl Uil il progetto legato al nuovo modello di welfare anziani. Il capoluogo e i tre comuni limitrofi saranno dunque i primi, in provincia, ad avviare il nuovo sistema varato con la riforma del 2017. “Apprezziamo sia il metodo sia il merito di questo progetto, frutto del lavoro di un tavolo tecnico che ha visto anche la partecipazione dei sindacati dei pensionati – hanno detto al margine dell’incontro i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Sul merito quanto definito dal comune capoluogo dà risposta a tre ambiti di azione fondamentali, la prevenzione con un ruolo centrale all’invecchiamento attivo, la gestione dei bisogni di assistenza con la presa in carico dei soggetti nello Spazio Argento e la gestione organica dei servizi”.
Restano comunque diversi punti aperti, legati all’estremo rallentamento che l’attuale giunta provinciale ha imposto alla riforma. A cominciare da chi dovrà governare il nuovo sistema dei servizi. “L’Esecutivo Fugatti, dopo aver votato a favore della riforma nel 2017, ha compiuto un’assurda marcia indietro, prima rallentando all’inverosimile la sua attuazione e adesso depotenziando la governance dello Spazio argento, escludendo la componente sanitaria. In questo modo non ci potrà essere quell’integrazione socio sanitaria indispensabile a far funzionare un welfare moderno e innovativo per la terza età”. Senza un coinvolgimento pieno le banche dati non saranno in comunicazione e il servizio sarà meno efficiente. “E’ indispensabile recuperare subito l’Azienda sanitaria in questo progetto”.
Altro nodo critico che “azzoppa” la riforma sono le scarse risorse. “La giunta non ha stanziato un euro su questo tema. Il Comune di Trento potrà contare su una una tantum di circa 300 mila euro, solo per la durata della sperimentazione cioè un anno. In questo modo non si possono fare scelte strutturali né in termini di investimenti organizzativi né sulle risorse umane”.
L’incontro di oggi è stata anche l’occasione per ribadire all’Amministrazione comunale le questioni che Cgil Cisl Uil ritengono strategiche per rispondere all’invecchiamento della popolazione. A cominciare dal rapporto tra amministrazioni e terzo settore, che tanta parte svolgono nell’erogazione dei servizi agli anziani. “Su alcune aree specifiche si dovrebbe avere il coraggio di rivalutare la reinternalizzazione dei servizi – hanno detto i tre segretari -. In ogni caso, anche in vista dei nuovi affidamenti, la strada dovrà essere quella della coprogettazione tra ente e soggetti del terzo settore, in particolare in ambiti come l’assistenza domiciliare. E’ questa l’unica strada per garabtire adeguati livelli di innovazione organizzativa e tecnologica”.
Altro tema è quello abitativo. “I comuni devono cominciare a progettare le città e i quartieri anche a misura di anziani, con scelte urbanistiche che ne facilitino l’autonomia e la permanenza nelle loro abitazioni o comunque in case adatte”.
Infine nessun welfare moderno si può strutturare se non si investe su figure professionali in grado di assicurare continuità e qualità ai servizi. “L’associazionismo è un tassello fondamentale di questo settore, ma non ci si può basare solo su questo. I bisogni crescono e diventano più specifici, servono dunque figure professionali formate
per progettare iniziative e modalità di intervento strutturate a favore dell’invecchiamento attivo. Su questo fronte servono investimenti reali e di lungo periodo”, concludono i tre segretari.
Trento, 9 luglio 2020
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