01 settembre 2020 – Corriere del Trentino

Studenti, niente mascherina Allarme asili: mancano maestre

TRENTO Mancano solo due settimane al suono della campanella, ma la strada verso la riapertura della scuola è ancora costellata di ostacoli e segnata dall’incertezza, a partire dalle mascherine. A livello nazionale spunta quella trasparente per i professori, mentre gli studenti non la indosseranno in classe a partire dai 6 anni fino alla maturità quando siederanno al banco e potrà essere mantenuta la distanza di un metro, in Trentino le regole sembrano un po’ più stringenti, ma sono ancora poco chiare. Il problema è noto a tutti: ci sono oggettive difficoltà a indossare la mascherina per tante ore. «È inutile girarci intorno, secondo me è un dispositivo indispensabile, ma indossarlo in aula per ore durante le lezioni non è facile», afferma Carlo Dorigatti della segreteria della Uil Scuola e Aspp (addetto al servizio prevenzione e produzione) al termine dell’incontro di ieri tra le organizzazioni sindacali, il direttore del Dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria e Roberto Ceccato, dirigente del Dipartimento istruzione della Provincia. «L’idea è quella di essere più severi con i professori e di manica larga con gli studenti, ma la situazione è ancora fluida», spiega. Quindi niente mascherina al banco per i ragazzi anche in Trentino, mentre per i docenti non c’è chiarezza. «Nell’incontro non si è parlato di quella trasparente», continua la Uil. Il timore è che la scelta su come comportarsi venga lasciata al singolo. «Abbiamo chiesto rassicurazioni», dice. La situazione è in costante evoluzione, tutto dipenderà anche dai contagi. L’Azienda sanitaria con la riapertura delle scuole e quindi un continuo afflusso di studenti, genitori, insegnanti, si attende un aumento dei contagi (il bollettino di ieri ha registrato 4 nuovi positivi, tra cui un minore e salgono a 6 i ricoveri).
I sindacati chiedono maggiori tutele. «Un incontro deludente», lo ha definito la Flc Cgil del Trentino. Troppi i nodi critici. «C’è un divario tra quella che è la realtà all’interno della scuola e la raffigurazione di decisori politici e amministrazione — sottolinea la segretaria provinciale Cinzia Mazzacca —. È necessario che la Provincia, preoccupata a rassicurare che nulla è cambiato rispetto alla situazione ante- Covid, faccia i conti con le difficoltà e gli ostacoli reali per garantire il rispetto delle norme di sicurezza sanitaria». Il sindacato parla di «scelte poco comprensibili». Più pacati i toni della Cisl Scuola: «Il confronto c’è stato», afferma la segretaria Stefania Galli che però non nasconde la preoccupazione per i tanti nodi aperti e per i bimbi fragili. «Vanno tutelati», dice. Poi c’è il problema degli insegnanti. «Ci sono alcuni docenti con familiari malati o con problemi di salute che stanno chiedendo l’aspettativa non retribuita», spiega. Le domande non sarebbero moltissime, ma rischiano comunque di pesare su un rientro in classe ancora pieno di incognite. Nel frattempo Azienda sanitaria e Provincia hanno annunciato l’istituzione di un team di sanitari pronti a intervenire in casi di emergenza e in supporto delle scuole a fronte di contagi conclamati o solo sospetti. La situazione è in evoluzione, non c’è un protocollo definito e nei prossimi giorni si terrà un nuovo incontro.
I tempo stringono invece le scuole dell’infanzia. Giovedì i bimbi torneranno all’asilo, ma l’organizzazione, a quanto pare, è incerta e mancano insegnanti. «Tantissimi», commenta Marcella Tomasi, segretaria generale della Uil Scuola. Il numeri contingentati di bimbi, necessari per garantire la sicurezza, ha portato un notevole aumento di sezioni. Sono 67 in più, per ogni sezione servono due insegnanti quindi 134 a tempo pieno. «Ci sono difficoltà a coprire l’anticipo e il posticipo — spiega Tomasi —, le scuole sono circa 300 e ognuna ha almeno un anticipo e un posticipo». Solo per le scuole dell’infanzia provinciali mancano una quarantina di contratti part-time. Oggi partono i contratti a tempo determinato e così si potrà capire quanti contratti sono realmente coperti tra insegnanti con i requisiti e quanti affidati ai fuori graduatorie. Ci sono diversi educatori dei nidi che hanno già presentato domanda. «Ma in questo modo si svuotano i nidi».

 

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