23 aprile 2018 – Trentino
«Sui concorsi necessaria più trasparenza»
La Cisl: a che servono le selezioni con un candidato? La Fenalt: basta gare per un posto specifico, meglio le graduatorie
Indovinare in anticipo i vincitori di un concorso a cui partecipano pochi candidati? «Un esercizio di populismo» tagliano corto alcuni sindacati. Ma comunque dai segretari provinciali della Funzione pubblica arrivano indicazioni per avere maggiore trasparenza: «Anche a beneficio di chi vince – spiega Beppe Pallanch, Cisl che altrimenti rischia di ritrovarsi nel mirino con l’unica colpa di essersi preparato a dovere».
I dati di partenza sono due: almeno due concorsi annullati dalla Provincia autonoma di Trento di recente, tra cui quello per un posto alla centrale unica di emergenza che ha visto coinvolta l’ex dirigente Luisa Zappini; e poi il consigliere provinciale del M5S che ha ingaggiato uno scontro senza precedenti con l’azienda sanitaria (con querele reciproche) dopo aver “indovinato” i vincitori di cinque concorsi pubblici, tra cui anche una selezione bandita dal’Apss. «Facile indovinare ha tagliato corto Bordon quando i medici sono talmente pochi che dobbiamo andare a cercarli, in competizione con le altre realtà sanitarie, e convincerli a portarli in Trentino».
Ma che ne pensano i sindacati della funzione pubblica? «La cultura del sospetto non va bene spiega Beppe Pallanch ma già nei mesi scorsi, prima di questa polemica, avevamo dato alcune indicazioni alla giunta provinciale per avere più trasparenza in questo settore. Un’esigenza che ci era stata rappresentata dai lavoratori». Secondo Pallanch il punto debole delle selezioni provinciali non sono i concorsi esterni (a cui partecipano numerosi candidati) ma le selezioni interne, in particolare quelle per le figure apicali. Uno di questi concorsi era stato bandito lo scorso ottobre per un posto di responsabilità in un ufficio periferico del libro fondiario. I candidati? Uno. Anche perché l’altro era stato escluso. «Che senso ha fare un concorso in queste condizioni?» chiedeva la Cisl nel momento in cui si potrebbe organizzare una selezione più ampia, per selezionare figure analoghe che presto sarebbero servite all’amministrazione provinciale?». Il sindacato non interveniva certo a caso: «Una procedura con un unico concorrente potrebbe prestare il fianco a critiche e sospetti da parte dei mezzi di informazione che negli ultimi tempi seguono con particolare attenzione le vicende concorsuali della Provincia». E un’altra richiesta di Pallanch era quella di nominare commissioni esterne alla pubblica amministrazione, in particolare nel caso di concorsi interni con la partecipazione di pochi candidati: «È un’esigenza di trasparenza, a beneficio anche dei vincitori che in questo modo sarebbero al di sopra di qualunque sospetto».
Sulla stessa linea c’è Maurizio Valentinotti (Fenalt) che non vede di buon occhio i concorsi per un posto specifico: «Lo stesso Rossi ha detto di volere dirigenti capaci di gestire il personale, al di là delle competenze specifiche. Bene: selezioni queste persone. Invece si continuano a fare concorsi per un posto solo, con competenze ultra specifiche, dove sembra sempre che ci sia un candidato predestinato. La soluzione? Fare concorsi dove non c’è un vincitore, ma una graduatoria valida per altre selezioni. Anche perché in base alle norme anti -corruzione i dirigenti dovrebbero ruotare, quindi le competenze specifiche non sono indispensabili».
Più prudente Silvia Bertola (Uil) secondo cui indovinare i vincitori è demagogia: «I candidati di certi concorsi sono così pochi che il gioco è facile: è ovvio che il favorito è il candidato che magari è lì da dieci anni. E’ giusto così? Diciamo che non ci scandalizziamo, purché la selezione sia corretta e sia verificata la preparazione del candidato e il rispetto delle regole».
Scarica il pdf: Fpl ART 230418
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