26 ottobre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino
Tagli in Sait, Cisl e Uil trattano da sole «L’azienda può ridurre gli esuberi»
Delegati di Fisascat Cisl e Uiltucs chiusi dentro con i vertici Sait a cercare di capire i segreti del piano industriale di carpire un briciolo di futuro, di prospettiva, la Cgil dal sindaco e poi in consiglio comunale per chiedere appoggio e solidarietà. La vertenza sugli annunciati 116 licenziamenti al Sait prosegue su un doppio binario, con il fronte sindacale diviso, Cgil sulla linea dura, Uil e Cisl che cercano di «vedere» le carte, come a poker, e di ridurre il danno. Una divisione che si è vista in maniera plastica anche ieri sera con la Filcams di Roland Caramelle che ha guidato una delegazione di una quarantina di cassaintegrati del Sait che è stata ricevuta dal sindaco e poi dal Consiglio comunale e con i delegati Uiltucs e Fisascat che hanno, invece accolto l’invito dell’azienda a discutere alcuni dettagli del piano industriale.
Il sindaco Alessandro Andreatta ha ricevuto per tre quarti d’ora i cassaintegrati Sait e poi il Consiglio comunale ha interrotto gli sterili lavori sull’Imis per approvare quasi all’unanimità (33 sì e due non votanti su 35) un ordine del giorno che bacchetta il Consorzio, dà la massima solidarietà ai lavoratori e chiede alla Provincia di intervenire e «valutare ogni possibile opportunità di tutela economica di lavoratori e lavoratrici». L’ordine del giorno ricorda che «la storia della cooperazione insegna che il fine delle aziende non è il lucro fine a se stesso, ma un’economia attenta alle persone». Il sindaco Andreatta, in precedenza aveva espresso tutta la sua delusione ai lavoratori che lo avevano incontrato, prima in sala di rappresentanza e poi in via Belenzani: «Quando ho saputo della volontà di licenziare così tante persone ho provato rabbia e delusione e mi sono subito attivato. Ora l’auspicio è che la Cooperazione entri pesantemente in campo e provveda a ricollocare nel sistema tutti i lavoratori licenziati». I delegati Cgil non sono andati all’incontro con l’azienda e il perché lo spiegano Caramelle e il delegato alla Rsa Ivo Berengan: «Che coincidenza! Guarda caso proprio il giorno in cui noi andiamo a protestare in Consiglio comunale l’azienda convoca i delegati per parlare del piano industriale. Quello che stesso piano che noi abbiamo chiesto per mesi sui tavoli ufficiali della trattativa e non ci hanno mai voluto dare. Non è un comportamento trasparente e corretto». Lamberto Avanzo della Cisl ribatte che l’incontro con l’azienda ha dato buoni risultati: «L’azienda ha detto che si possono ridurre sensibilmente gli esuberi e che non intende mettere in discussione il patto integrativo, ma solo se si raggiunge un accordo sindacale che permetta di aumentare la produttività». Quanto ai contenuti del piano industriale, l’azienda ha detto che si punta ancora su Missione Risparmio che ha dato buoni risultati e, quindi, su una politica commerciale aggressiva. Poi ha spiegato che sono in corso valutazioni sulla vecchia sede di via Maccani che potrebbe essere usata per nuove iniziative e, infine, si punta sulla ristrutturazione del punto vendita al Millennium che, dopo pesanti lavori, sarà dedicato soprattutto all’alimentare con riduzione dello spazio del no food. E’ emerso che uno dei settori più a rischio è la Liberty, ovvero l’ex C+C, l’ingrosso del no food che vedrà una riduzione del 90% .
Avanzo e Walter Largher della Uil hanno anche attaccato la strategia della Filcams e hanno spiegato: «Cogliendo l’opportunità, a nostro parere più concreta e costruttiva di tanti incontri “politici” fumosi e inconcludenti, le rappresentanze sindacali di Fisascat Cisl e Uiltucs sono state ricevute in azienda. È stato ribadito ulteriormente che non vi è tra coloro che sono attualmente in Cassa integrazione e chi “uscirà” al termine della procedura . È comunque stata rilanciata la richiesta di ridurre al minimo gli esuberi e di intervenire per garantire ai licenziati un percorso di ricollocazione certo».
Scarica il pdf: Sait ART 261017
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