07 ottobre 2021 – Corriere del Trentino
Terza preferenza, sindacati all’attacco Scalfi: passo indietro
La questione delle tre preferenze, che ha infiammato il dibattito in consiglio provinciale, continua a tenere banco. «Ritornare alle tre preferenze sulle schede elettorali sarebbe un grave passo indietro per la nostra comunità» osservano i segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. Con questo provvedimento, aggiungono, «non si facilita l’accesso paritario di genere alle istituzioni dei cittadini e delle cittadine oltre a svalutare la parità di genere quale priorità che riguarda il Trentino, o almeno le sue istituzioni. Inoltre limitarsi ad affermare che non è l’imposizione di una doppia preferenza donna-uomo che facilita la partecipazione della popolazione alla vita politica e che servirebbe ben altro è solo ipocrisia». Costringere il Trentino «a tornare indietro — dicono ancora Grosselli, Alotti e Bezzi — è cosa negativa, come è ipocrita l’affermazione di qualche politico che la previsione di un numero maggiore di preferenze ampli la possibilità di scelta dell’elettore quando i dati dimostrano che nella maggior parte dei casi sulla scheda elettorale si esprime una sola preferenza».
Critica anche Laura Scalfi, dirigente scolastica ed esponente di Azione: «Un passo indietro rispetto alla legge del 2012 che ha introdotto un percorso di eqUilibrio di genere». Prevedere la terza preferenza, secondo Scalfi, «favorisce ulteriormente la presenza maschile in politica». «Dispiace — osserva — che questa proposta arrivi da due donne. Per quanto mi riguarda, la posizione è assolutamente contraria. Condivido le preoccupazioni espresse da chi si è schierato contro questa previsione. E non capisco la reale intenzione dei partiti rispetto al coinvolgimento delle donne in politica. Se la parità è un valore, le pari opportunità vanno favorite».
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