Il T – 23 marzo 2024

Terziario, accordo sul contratto. A regime aumenti da 240 euro

Un traguardo atteso da quattro anni. Dopo trattative serrate, battute d’arresto, scioperi nazionali e spiragli di dialogo, ieri a Roma è stato trovato l’accordo sul rinnovo del contratto del settore terziario. Per oltre 3 milioni di lavoratori in Italia e ben 30mila in Trentino è un passo avanti importante, che scatterà a partire dal primo aprile 2024 e che dovrà essere aggiornato dopo il 31 marzo 2027. L’intesa migliora le condizioni di lavoro e i trattamenti retributivi. Tra le migliorie si prevede un aumento a regime di 240 euro al quarto livello, in aggiunta un una tantum a completamento del periodo di carenza contrattuale, di 350 euro, suddivisa in due tranche di uguale importo a luglio 2024 e luglio 2025.
Il settore dei servizi raggruppa una galassia di professioni molto varia, che spesso si intreccia alla realtà degli appalti. Si va dal commercio al pulimento, dalla grande distribuzione al servizio mensa, dagli operatori del turismo a quelli della ristorazione. Una pletora di lavoratori e lavoratrici di cui l’economia del Trentino ha grande bisogno. Si parla di 30mila persone sul territorio provinciale. Lo scorso 22 dicembre hanno alzato la voce, con uno sciopero generale nazionale, per chiedere il rinnovo di contratto, scaduto da 4 anni. È proprio a quella mobilitazione che va il pensiero di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs subito dopo la firma dell’accordo atteso. «Grazie alla mobilitazione di moltissimi addetti siamo riusciti a riaprire il confronto con le controparti datoriali dopo mesi di stallo e arrivare finalmente oggi ad un buon rinnovo – commentano i segretari provinciali delle tre sigle Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Pichetti – In questi anni lavoratrici e lavoratori hanno dovuto subire il pesante aumento dei prezzi, soprattutto nella nostra provincia, che ha drasticamente ridotto il loro potere d’acquisto. Ma non solo. Si sono visti anche presi in giro da aziende che durante il Covid li hanno voluti tutti i giorni al lavoro, per poi dimenticare il loro sacrificio». Gli accordi, ora, prevedono un aumento contrattuale a regime di 240 euro al quarto livello, da riparametrare, con l’erogazione di una massa salariale di 7.180 euro comprensiva dell’una tantum di 350 euro. La prima tranche di 70 euro sarà erogata da aprile e si aggiunge ai 30 euro precedentemente concordati. Un’ulteriore clausola è rivolta invece a evitare il cosiddetto part-time involontario. È stato introdotto l’incremento dell’indennità annua della clausola elastica del tempo parziale (ad alta incidenza, soprattutto femminile, nel terziario e spesso «forzato», ndr), che passa da 120 euro annui a 155. Sono state inoltre migliorate le politiche di genere e previsti ulteriori congedi per le donne vittime di violenza. Il testo ora sarà sottoposto al vaglio delle lavoratrici.
Soddisfazione emerge anche dal fronte dei datori di lavoro. Per Mauro Paissan, presidente di Confesercenti del Trentino, è stato fatto «un passo importante per un impegno che avevamo dichiarato e ci siamo presi in materia di lavoro anche sui tavoli dedicati in provincia di Trento». «Nonostante le tante difficoltà per imprenditrici e imprenditori soprattutto della micro e piccola impresa – commenta con una nota – abbiamo responsabilmente dato un segnale concreto, forte e importante». Un’attenzione che rimarca «l’importanza del capitale umano nel mondo delle imprese».
Dello stesso avviso anche Confcommercio del Trentino. «L’auspicio – aggiunge – è che questo nuovo contratto sia un punto di partenza per un futuro di crescita e di sviluppo per le imprese, per lavoratori e cittadini». Le imprese confidano che accrescendo i salari, e di conseguenza il potere d’acquisto, possano ripartire anche i consumi, frenati dal combinato, nell’ultimo biennio, di bollette, inflazione e tassi d’interesse alle stelle. Il rinnovo, poi, vuole portare ad «aumentare la produttività, migliorare la competitività e spingere nuovi posti di lavoro».

 

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