11 ottobre 2019 –  Trentino, Corriere del Trentino

Trasporti, stop di quattro ore. Fermi autobus e treni locali dalle 11 alle 15: nel mirino il mancato rinnovo dell’integrativo

 

Quattro ore fermi per protestare contro il mancato rinnovo del contratto integrativo, scaduto ormai da dieci anni.
Oggi dalle 11 alle 15 autobus e treni locali resteranno fermi per lo sciopero dei lavoratori di Trentino Trasporti, annunciato ieri a sigle unite da Filt Cgil, Fit Cisl Uiltrasorti e Faisa Cisal. È inoltre previsto un presidio in Piazza Dante dalle 11.30 alle 13.30.
Una mobilitazione che mira a protestare contro il mancato riconoscimento in sede contrattuale del contributo che i dipendenti hanno dato in questi anni all’azienda. Nodo della questione, le risorse messe sul tavolo delle trattative da parte della Provincia: i due milioni proposti dall’amministrazione sono considerati insufficienti a garantire un rinnovo dignitoso ai 1.300 lavoratori. Le risorse necessarie sarebbero pari al doppio
della cifra proposta. Le condizioni per farlo, denunciano i sindacati, ci sono: «Trentino Trasporti — è l’affondo delle parti sociali — ha chiuso il bilancio in utile ed è un’azienda sana che negli ultimi anni ha migliorato il suo servizio di qualità anche grazie ai propri dipendenti. Se non ci sarà risposta positiva da parte della Provincia, allo sciopero odierno di quattro ore ne seguirà uno di otto ore».
Trentino Trasporti è in questo momento al centro di una fase di rivoluzione che toccherà sia il rinnovo del parco mezzi, per un costo previsto di 38 milioni di euro, sia il numero di corse, destinato ad aumentare circa del 30 per cento. «Una volontà di miglioramento del servizio che però non può gravare sulle spalle dei lavoratori — dichiara con decisione Massimo Mazzurana della Cisl —. L’età media dei mezzi è ad oggi di 11 anni e mezzo, mentre nel 1990 era di 8 anni e mezzo. Ciò significa che negli ultimi anni sono mancati investimenti e visione a lungo termine. La decisione di rinnovare la dotazione è giusta, ma non vogliamo che siano i lavoratori a pagare per la politica poco accorta degli anni scorsi».
Da parte di Nicola Petrolli della Uil arriva una ulteriore provocazione. Secondo le nuove indicazioni di lavoro e della stretta contro i «portoghesi», gli autisti sono incaricati di controllare il biglietto in fase di salita per ogni utente. Una mansione lavorativa in più che non trova corrispettivo in busta paga, ma che porta alle casse dell’azienda un’entrata maggiore. «Se l’azienda continua a non riconoscere il ruolo dei lavoratori — avverte il sindacalista — potremmo proporre uno sciopero della sola mansione di controllo: tutti salgono gratis perché non è l’autista a dover controllare i biglietti».

 

Scarica il pdf: trasporti ART 111019